Quantcast
Channel: Home - BlogSicilia - Quotidiano di cronaca, politica e costume » Edilizia privata, a Palermo al via dal 15 luglio le pratiche online
Viewing all articles
Browse latest Browse all 13921

Dai traghetti alle telecomunicazioni Ascesa e caduta del nipote di Gullotti

$
0
0

A Messina viene raccontata come una leggenda. La leggenda dei traghetti sullo Stretto. In una notte lontana sul finire degli anni ’60, dicono che il potente Nino Gullotti, fra i fondatori della corrente dorotea nella potentissima Democrazia cristiana, ministro dei Lavori Pubblici (in due distinti governi),  ministro delle Partecipazioni statali, ministro della Sanità, ministro delle Poste e delle telecomunicazioni e pure ministro dei Beni Culturali, zio del deputato Pd, Francantonio Genovese, abbia reso possibile i lavori di scavo del sottopassaggio delle Ferrovie dello Stato a Villa San Giovanni.

Proprio all’ingresso della stazione ferroviaria di Villa, ultima porta utile verso l’attracco che collega i traghetti delle Fs alla Sicilia, un piccolo ponte consentiva l’accesso dei mezzi gommati – solo macchine – agli invasi occupati dalle società private che si erano impegnate nell’affare del traghettamento, la Tourist Ferry Boat dell’imprenditore Giuseppe Franza e la Caronte della famiglia dei Matacena.

Quello scavo – sostengono ancora i diffusori orali della leggenda dei traghetti sullo Stretto – ha consentito, in una sola notte, di aprire quegli spazi portuali anche al passaggio dei mezzi pesanti che a causa dell’altezza dei cassoni non potevano immettersi in quel piccolo budello. Fino a quel momento, le Ferrovie dello Stato che per decenni avevano gestito in monopolio l’affaire del traghettamento, avevano anche goduto della ‘fetta’ più grossa della torta: traghettare appunto i mezzi pesanti.

Episodio, quello dello scavo del sottopasso, su cui mai un’inchiesta giudiziaria fece luce consegnando il racconto al rango di leggenda, appunto.

Dal giorno dopo in poi, anche Tourist poté usufruire di questi grandi spazi economici e negli anni, complice una gestione fallimentare della società di navigazione pubblica, sia Tourist che Caronte hanno fortificato il proprio impero economico offrendo al contempo un servizio efficiente.

Altri pezzi della leggenda, vogliono che Nino Gullotti non abbia chiesto in cambio nulla se non di partecipare alle fortune della società di traghettamento di Giuseppe Franza, scomparso prematuramente lasciando in eredità all’allora giovane moglie, Olga Mondello e ai figli Vincenzo e Pietro la gestione di un piccolo impero che si è andato diffondendo negli anni anche in altri settori strategici, dalle costruzioni fino alle telecomunicazioni più di recente.

Una leggenda va da sé ma certo è che Francantonio Genovese della compagine azionaria di Tourist spa ha fatto parte e negli anni ’90 anche della società nata dalla fusione, Tourist&Caronte spa. Fino a oggi. Una cassaforte di denaro liquido in entrata tutti i giorni della settimana, tutte le settimane dell’anno, che ha consentito al giovane avvocato quarantatreenne con la passione per la politica tramandata anch’essa nel dna, di diversificare i propri interessi economici in qualche modo quasi ricalcando quelli degli stessi Franza e in altri ‘seguendo’ o ‘guidando’ i soci di sempre in nuovi settori imprenditoriali: anche lui nelle costruzioni, anche lui nelle telecomunicazioni con Mandarin, azienda in cui figura con i Franza.

La formazione, invece, è uno di quegli affari in cui il deputato Pd avrebbe ‘investito’ da solo. Come nella politica: sindaco di Messina dal 2005 al 2008, decaduto per un ricorso presentato dall’allora Nuovo Psi, Genovese è stato anche segretario regionale del Pd ottenendo l’85% dei consensi. Veltroniano in quel periodo, è stato poi fioroniano ed esponente di spicco in Sicilia della corrente Innovazioni. Alle primarie per l’elezione del segretario nazionale del Pd, lo scorso dicembre, Genovese ha appoggiato il premier Matteo Renzi, rientrando anche lui nella corrente dei renziani e portando, proprio dal Messinese, dove nell’assemblea provinciale detiene la quasi totalità delle deleghe, il numero più alto di voti ottenuti dall’ex sindaco di Firenze.

Da tempo la sua leadership è contestata senza però mai riuscire ad essere offuscata da voti contrari nei vari organismi di partito. La fortuna di Francantonio Genovese si è incrinata nel 2013: a luglio, la moglie Chiara Schirò viene arrestata, ai domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta sulla formazione professionale della Procura di Messina e con lei finiscono nella rete anche la moglie di un altro ex sindaco, Giuseppe Buzzanca e altri fedelissimi del deputato Pd. Per mesi le voci dell’iscrizione nel registro degli indagati di Genovese si sono rincorse ma sempre smentite dalla Procura.

Fino ad oggi. Quando il gip Giovanni Di Marco ha apposto la sua firma sulla richiesta di arresto della Procura. Adesso sarà la Camera a decidere. E a fare la differenza potrebbe essere il sostegno o meno della pattuglia di deputati Pd guidati da Renzi.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 13921

Trending Articles



<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>