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Caso Genovese, il portavoce Guerini: “Sì all’arresto se deciderà la giunta”

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Sull’inchiesta messinese che oggi ha portato al deposito della richiesta di arresto per il deputato del Pd, Francantonio Genovese la posizione ufficiale del Partito democratico viene espressa dal portavoce nazionale, Lorenzo Guerini.

Nessuna richiesta preventiva di passo indietro anche se Francantonio Genovese ha annunciato l’autosospensione dal gruppo Pd e dallo stesso partito, ma un voto a favore dell’arresto se la giunta parlamentare per le autorizzazioni a procedere dovesse esprimersi in tal senso. Lo dice a chiare lettere Guerini: “Se la giunta per le autorizzazioni riterrà fondata la richiesta di arresto, il Pd la voterà in aula”.

Sul caso Genovese occorre lasciar fare la mgistratura, non sta a me giudicare la situazione su cui i magistrati agiranno e lo stesso tipo di atteggiamento bisognerà averlo nei confronti della Giunta per le autorizzazioni a procedere che deve guardare le carte e su quelle valutare“. A Radio Radicale, il deputato Pd e responsabile welfare, Davide Faraone, a proposito del caso Genovese osserva che “il Pd credo debba avere un atteggiamento assolutamente laico: cioe’ se si verifichera’ dalle carte che la richiesta e’ legittima e concreta si votera’ a favore senza alcuna titubanza, altrimenti si votera’ contro”.

“Il Pd si muoverà in maniera trasparente a prescindere se il voto sia palese o segreto – dice ancora il deputato siciliano – abbiamo dimostrato sul caso Berlusconi di essere tranquilli e sereni. Paradossalmente l’eventuale voto segreto puo’ essere contro di noi, perche’ se non dovesse passare si dira’ che i franchi tiratori sono dentro il Pd, per cui piu’ trasparente e’ il voto meglio e’ per il Pd”.

“Riscoprire nel 2013 Leonardo Sciascia – dice ancora Faraone – è assolutamente importante: io contesto due modelli di approccio ai temi della mafia e della moralita’ in genere, da un lato quello di chi e’ colluso per arricchirsi o si rafforza nel rapporto con le istituzioni per arricchirsi personalmente, come contesta in questo caso la procura di Messina a Genovese, e dall’altro lato contesto chi fa del professionismo dell’antimafia e del giustizialismo la sua forza politica. In Sicilia ci sono questi due protagonismi assolutamente presenti e sono elementi che danneggiano chi vuiole fare politica anche contestando alcune modalita’ di fare politica. Nel Pd, chi ha deciso di sostenere Renzi nel primo periodo in Sicilia pose una question di ricambio generazionale che riguardava un’idea diversa di Pd, tra chi pensava che il Pd dovesse essere un partito figlio di Dc e Pci, con tutto quello che hanno rappresentato in Sicilia e quindi anche con le loro devianze, e chi pensava che il pd dovesse essere un soggetto politico nuovo”.


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