“Il personale impiegato nelle società partecipate della Regione che vanno in dismissione, almeno quello assunto nell’area pubblica delle società e prima del blocco del 2009, potrà essere reimpiegato in base alle disposizioni previste dalla norma regionale ovvero nell’ambito dei posti disponibili nelle altre partecipate che resteranno in vita e solo in base alle professionalità necessarie alle società riceventi e nella misura delle esigenze in pianta organica”.
A parlare è l’assessore regionale per l’economia Luca Bianchi, titolare del ramo di amministrazione che dovrà farsi carico della dismissione anche se “affiancato” dal consulente del Presidente, l’avvocato Stefano Polizzotto. L’argomento sarà trattato nel corso della giunta regionale di governo convocata per oggi anche se solo marginalmente. l’esecutivo, infatti, dovrebbe occuparsi della nuova legge antiparentopoli e della riforma delle province ed avrà il suo bel da fare con la predisposizione del bilancio di previsione 2014 che Crocetta vorrebbe varare senza ricorso all’esercizio provvisorio per non trovarsi con impegni d’aula durante la campagna elettorale per le europee (e forse non soltanto per quelle).
“La circolare che prevede la disdetta di tutti i contratti di affitto da parte delle società in liquidazione è della fine di luglio – dice Bianchi raggiunto da BlogSicilia in auto mentre si sta recando a Palazzo d’Orleans -. Abbiamo messo nero su bianco un percorso che è propedeutico alla inevitabile chiusura prevista da un decreto nazionale. Per quanto riguarda le società che forniscono servizi alla Regione e non soltanto ad essa, l’accorpamento è la strada principale. per questo abbiamo previsto un piano di spostamento dei dipendenti a tempo indeterminato verso quelle destinazioni che sono più consoni alle professionalità acquisite ed alle esigenze delle società di destinazione”.
“Diversa è la situazione di Sicilia e Servizi Venture – precisa Bianchi – lì c’è un contratto. Il personale affiancherà i regionali in un periodo di formazione e di passaggio delle consegne, poi sarà compito del socio privato occuparsi della sua ricollocazione o reimpiego. L’amministrazione non può farsi carico del personale di una società privata. Non era un matrimonio ma un contratto di fornitura di servizi. Se si chiudono i matrimoni figuriamoci i contratti. Se poi avvieremo selezioni per specifiche qualifiche naturalmente anche quel personale potrà prendervi parte”.
Dunque il piano di dismissione delle partecipate sembra proprio concordato fra i vari rami dell’amministrazione e già in una fase avanzata almeno per quanto riguarda sedi e personale.
Neanche i contenziosi avviati dai lavoratori della Multiservizi sembra fornire un argine alle scelte della Regione. Alcune centinaia di loro rivendicano il diritto di transitare nella nuova Sas come accaduto per i loro colleghi ma alcune differenze contrattuali hanno indotto la nuova società a tenerli fuori dal passaggio. L’inevitabile contenzioso appare complesso e prima dell’estate sembrava si potesse raggiungere un accodo extragiudiziale ma così non sarà. I loro posti saranno occupati dai lavoratori delle partecipate soppresse.
“Non possiamo lasciare la Sas con posti scoperti nel momento in cui stiamo ricollocando il personale proveniente da altre partecipate. La vicenda ex Multiservizi ed ex Beni Culturali e complessa ed i tempi stabiliti per le dismissioni delle partecipate non ci permettono di attenderne la soluzione – dice Bianchi -. Proseguiremo con il piano mentre il contenzioso andrà avanti per le vie giudiziarie. Quando arriveranno le sentenze definitive ne prenderemo atto”.
Insomma dismissioni senza paracadute “Il personale sarà garantito – conclude Bianchi – nell’ambito dei posti disponibili. Non possiamo certo creare esuberi nelle società che vanno a nascere a nuova vita e tantomeno nei ranghi dell’amministrazione regionale”