I dipendenti dell’Ancol, uno degli enti coinvolti nello scandalo della formazione a Messina, hanno diffuso una nota stampa in cui prendono le distanze dalle condotte dei dirigenti:
“Posto che non giudichiamo l’operato di nessuno – scrivono – e che siamo fiduciosi nel lavoro svolto dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, ci teniamo a precisare che dal 2003, anno di avvio dell’attività formativa, abbiamo sempre lavorato e svolto le nostre mansioni con serietà, impegno, dedizione e zelo per portare avanti l’attività formativa nonostante le difficoltà economiche cui, in questi anni, ciascuno di noi ha dovuto far fronte”.
Ci teniamo a mettere a conoscenza tutti – proseguono i lavoratori – che siamo tutti creditori di parecchie mensilità retributive relative agli anni 2008 (adeguamento contrattuale), fino al 2013. Crediti per i quali da mesi abbiamo già avviato le adeguate procedure legali. Facciamo un appello al presidente della Regione Rosario Crocetta affinché la nostra dignità non venga calpestata ulteriormente, e ricordiamo infine che siamo in cassa integrazione senza che ci sia in atto alcuna procedura presso l’Inps, e che all’ente per il quale prestavamo servizio e’ stato revocato l’accreditamento. Non sappiamo che futuro ci aspetta”.
ve.fe