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Lunga notte di silenzio alla Zisa Il quartiere si ferma dopo gli spari

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E’ una notte silenziosa quella appena trascorsa nel quartiere Zisa di Palermo, con strade sgombere, schegge di vetri rotti di una smart grigia sulla carreggiata e sul marciapiedi ciò che resta degli ultimi secondi di un abitante della zona.

Dopo l’agguato mafioso in piena regola che ha trovato la sua vittima nel 47enne Giuseppe Di Giacomo, arrestato e poi assolto nell’operazione antimafia Perseo nonché fratello di un ergastolano condannato per omicidio, i nastri divisori bianchi e rossi sono ancora lì, a giacere sul marciapiedi spostati dal vento insieme alla coperta termica usata per coprire il cadavere e lasciata nel punto esatto in cui era stata usata.

Solo nella piccola traversa di via Corradino Di Svevia, dove Di Giacomo abitava, le auto si avvicendano e le famiglie si dirigono a porgere le condoglianze alla famiglia.

LE FOTO DELL’AGGUATO MAFIOSO

Quei colpi di pistola – in un orario in cui la  gente del quartiere è tutta fuori casa, i marciapiedi affollati  e la strada intasata di auto incolonnate e posteggiate in doppia fila – sono stati un gesto plateale, un gesto che la mafia ha voluto mostrare a tutti.

In quel punto, in un incrocio di via L’Emiro, nella lunga notte che ha seguito l’esecuzione, le auto rallentano, i motorini si fermano, vicino ma non troppo, a indicare il punto esatto, perché è lì che tutti devono guardare.


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