Ottocento candidati esclusi perché non in possesso dei requisiti o addirittura non iscritti all’albo dei formatori. Quasi un terzo dei circa 2800 lavoratori che hanno fatto domanda per entrare nel progetto Prometeo e transitare, quindi, al Ciapi di Piolo con un contratto di lavoro per circa 7 mesi non possedevano neanche i pre requisiti per presentare quella domanda di assunzione sia pure a tempo determinato.
Una cifra che pone una serie di interrogativi sull’intero sistema Formazione professionale e sulla gestione del personale fatta dagli enti fino ad oggi.
Il progetto Prometeo, infatti, nasce per “proteggere” i lavoratori impiegati negli enti di Formazione professionale che hanno visto revocare l’accreditamento da parte della Regione per i motivi più disparati. La maggior parte di queste revoche nasce da inchieste giudiziarie anche se provvedimenti analoghi sono stati assunti in autonomia dalla Regione per motivi amministrativi.
In attesa che si concludano le procedure legali con i relativi ricorsi nelle sedi giudiziarie opportune la Regione aveva annunciato che avrebbe avocato a se i corsi soppressi assegnandoli al Ciapi di Priolo e dunque svolgendoli direttamente attraverso un ente regionale e si sarebbe fatta carico dei lavoratori.
Da qui il bando che mette a concorso 1415 posti per i formatori iscritti all’albo della Regione dal 2008. Un bando aperto come la legge prevede ma chiaramente pensato per chi nel mondo della formazione vive e lavora con esperienza maturata e iscrizione all’albo.
800 domande di persone non iscritte all’albo dei formatori o prive dei requisiti ovvero quasi un terzo della totalità delle domande è una cifra che supera la fisiologica quota di “errore”. E’ difficile, insomma, che si tratta di domande di semplici disoccupati che hanno tentato la sorte avendo visto il bando.
Un simile elenco di domande “improprie” fa, invece, nascere il sospetto che esista, come in realtà più volte ipotizzato, un vero e proprio bacino di formatori per così dire “non ufficiali”, persone impiegate dagli enti nonostante i divieti di assunzione o in difformità di qualsivoglia regola.
Un tema, posto da questa anomalia, che andrebbe affrontato nel dettaglio perché le cose sono due: o gli operatori sono incapaci di leggere i criteri di selezione ed avanzano la propria candidatura con approssimazione e leggerezza oppure le informazioni di dettaglio che l’amministrazione possiede sulle caratteristiche di questo bacino di lavoratori non sono complete o esatte per effetto di una gestione amministrativa che nel decennio trascorso è stata anche in questo caso leggera e approssimativa.