I commissari straordinari delle ormai ex Province regionali siciliane stanno per dismettere tutte le partecipazioni in società, enti, consorzi. E’ un effetto indiretto dell’aboliziuone delle province e del loro commissariamento. I funzionari che devono traghettarle verso la riforma, infatti, operano in base alle disponibilità economiche sulle quali possono contare e, dunque, non possono più permettersi le partecipazioni.
Sono, così, condannate a morire istituzioni importantissime come i consorzi universitari che con fatica e tanta lotta sono stati creati per dare la possibilità di frequentare l’università a 5000 studenti che non risiedono nelle tre province ove insistono gli Atenei. La conferma è venuta in settimana dalla Commissione affari istituzionali dell’ars che ha ascoltato il primo dei commissari convocati.
A confermare l’esistenza di un allarme passato sotto silenzio è Nino D’Asero, componente della Commission in quota Pdl. “E che dire degli aeroporti – aggiunge D’asero – Il Falcone-Borsellino di Punta Raisi è partecipato al 40% dalla Provincia di Palermo, lo stesso vale per l’aeroporto di Trapani Birgi. Rischiamo la paralisi nei trasporti, nei servizi di assistenza ai diversamente abili.
C’è, poi, il problema dei licei che, come è noto, dipendono dalle Provincia e rischiano di non poter programmare l’anno scolastico. già in settimana la Cgil aveva lanciato, a sua volta, l’allarme per un istituto in particolare, Il Liceo Linmguistico di Palermo. L’istituto provinciale di cultura e lingue “Ninni Cassarà” infatti è un liceo parificato non statale ma provinciale in tutto e per tutto. senzo fondi è a rischio l’avvio dell’anno scolastico per mille studenti, circa 200 dei quali che dovranno andare alla maturità.
Analoga situazione per l’istituto musicale Toscanini di Ribera al quale, denuncia il deputato Matteo Mangiacavallo del Movimento 5 stelle, “è stato definitivamente staccato l’ossigeno dalla Provincia regionale di Agrigento che con una nota alla Regione ha comunicato che a causa dei tagli ai finanziamenti di Stato e Regione “bisogna intervenire immediatamente eliminando le spese di maggiore entità, quali…il finanziamento all’Istituto musicale”
Per proseguire la normale attività dei servizi offerti delle Province sia pure senza vertice politico, servono 80 milioni di euro ma questi soldi non ci sono.
Ci sono, poi, le prospettive occupazionali che sono drammatiche e per le quali è in allarme la Cgil. Il sindacato regionale e la Confederazione Funzione pubblica hanno scritto al presidente della Regione per chiedere di aprire il tavolo su questi temi, personale e servizi, alla luce della riforma che abolisce le Province, dei problemi che si aprono e delle criticità riscontrate dai Commissari “a cui la Regione- scrivono Mimma Argurio (Cgil) ed Enzo Abbinanti non dà ad oggi risposte”. Cgil e Fp i fanno presente a Crocetta “il senso di insoddisfazione e di frustrazione dei lavoratori che- sostengono- chiedono a gran voce di attivare le forme di lotta necessarie a garantire i loro diritti”.Il sindacvato si rivolge con toni ancora semi concilianti al governatore ma sottolinea le pressioni dal basso che impediscono di continuare a sostenere scelte che aòppaiono slegate dalla relatà siciliana o quantomeno non ponderate a sufficienza.
“Facciamo appello al suo senso di responsabilità- così Argurio e Abbinanti si rivolgono a Crocetta- per trovare soluzioni ai problemi aperti. Considereremmo grave- concludono- la negazione di relazioni sindacali in un momento così difficile per l’economia e la società siciliane , cosa che ci indurrebbe a esercitare tutte le prerogative che la legge ci consente per manifestare il nostro disappunto e la nostra protesta”.
“Finalmente la Commissione– fa eco il capogruppo del pdl Nino D’Asero – ha deciso di convocare urgentemente il presidente della Regione e tutti gli altri commissari straordinari davanti alla commissione parlamentare affari istituzionali, affinché una norma nata per abbattere il costo della politica non si trasformi in tragedia per il popolo siciliano”.