Anniversario Borsellino nel segno della polemica. Il popolo delle Agende Rosse si è voltato di scatto dando le spalle ai rappresentanti delle istituzioni al loro arrivo in via D’Amelio. Così i manifestanti chiedono verità e giustizia sulla strage di 21 anni fa quando. Una scelta inattesa e non priva di momenti di tensione ed imbarazzo perché attuata proprio mentre si stanno tenendo le celebrazioni per il XXI anniversario dell’uccisione di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta.
Alle 16.58, orario della strage, il silenzio seguito dall’inno di Mameli, alla presenza del presidente del Senato Pietro Grasso, del sindaco Leoluca Orlando e del governatore Rosario Crocetta.
“Sei tu il nostro Stato, Di Matteo non sei isolato“. Questo era il coro che poco prima il popolo delle Agende Rosse aveva intonato in polemica con i rappresentanti delle istituzioni presenti dopo l’assoluzione del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, giudicati non colpevoli di favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano nel 1995.
La manifestazione è comunque andata avanti non senza momenti di imbarazzo. “Sono qui per una esigenza intima, non come presidente del Senato o come istituzione ma come persona che tiene vivo il ricordo di Paolo - ha detto Piero Grasso, presidente del Senato, spegnendo in parte proprio il clima di imbarazzo -. L’importante è tendere all’accertamento della verità e penso che in parecchi dovranno seguire l’indirizzo e gli ideali di Paolo Borsellino, indipendentemente da chi non vuole la verità, dobbiamo continuare a cercarla. Ci sono magistrati, associazioni, persone che la pretendono, perché le vittime hanno diritto alla verità”.
Dopo gli interventi del presidente Crocetta che ha insistito sulla lotta alla mafia come priorità del proprio governo e di diverse altre autorità, il tradizionale minuto di silenzio alle 16,58 ora della strage, seguito dall’inno di Mameli.
Proprio la scelta di Grasso ha riportato il sereno, clima ritrovato e sancito dall’abbraccio affettuoso con Salvatore Borsellino, fratello del giudice con il quale il leader delle agende rosse ha voluto ringraziare Grasso soprattutto “per essere venuto in veste privata e non da presidente del Senato”.
Grasso, che ha rinunciato alla deposizione della corona di fiori in via D’Amelio nel rispetto della volontà dei familiari, si è poi recato alla caserma Lungaro per deporre una corona ai caduti della polizia di Stato. In via D’Amelio anche vari magistrati, la presidente del Crim Sonia Alfano e l’ex pm Antonio Ingroia.