Un vero e proprio J’accuse nei confronti di istituzioni e classe politica quello pronunciato dal pubblico ministero di Palermo, Nino Di Matteo, dal palco montato in via D’Amelio in occasione del ventunesimo anniversario della strage in cui morirono il magistrato Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta. Uno sfogo che arriva due giorni dopo l’assoluzione del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, giudicati non colpevoli di favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano nel 1995.
“Borsellino è stato un esempio di forza e chiarezza, – ha detto Di Matteo – una splendida testimonianza che rappresenta un faro per tutti coloro che non accettano il tanfo del compromesso che scoraggia il Paese. Ha lottato e si è sacrificato per tutti, anche per i tanti farisei che non lo meritavano. E’ una guida contro l’indolenza, la pigrizia che rende molti uomini osservatori passivi della realtà che li circonda. Ma in realtà nessuno può stare con le mani in mano – ha continuato il pm – nessuno può accettare la violazione dei principi costituzionali. Nel giorno del ricordo è questo il testamento morale che ci lascia Borsellino, un esempio che prima o poi spazzerà via per sempre questo odore acre di polvere in via D’Amelio”.