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Grinta ed impegno sociale, a Palermo il “Mare Dentro” di Marco Ligabue

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Mettete insieme una passione incontenibile per la musica, grinta da vendere e la ferrea convinzione che l’arte possa contribuire a sensibilizzare rispetto a tragedie che spesso ignoriamo. Aggiungete un cognome che tutti conoscono e un inconfondibile accento emiliano (di Correggio per la precisione).

Il risultato è “Mare Dentro”, l’album che segna l’esordio da solista di Marco Ligabue, fratello del più noto Luciano. Classe 1970, autore di testi e chitarrista per i Rio, con i quali ha suonato oltre 10 anni, Marco Ligabue debutta da cantante sposando una causa benefica. I proventi del video “La più grande Orchestra”, quarto brano del suo album, sono stati infatti devoluti ai bambini minatori di Dassà, in Benin. Un’autentica gioia per Marco che dopo aver attraversato l’Italia, con oltre 60 concerti, concluderà il suo tour a Palermo l’1 febbraio.

Dalla Romagna alla Sicilia. Anzi, a Palermo. Un ulteriore tributo forse al mare che dà il titolo al tuo album?

“Ci tenevo a portare il mio tour a Palermo. Conosco bene la Sicilia, l’ho visitata in lungo e in largo ai tempi dei Rio, ci sono tornato molte volte. Per motivi organizzativi la tappa di Palermo ha rischiato di saltare, ho insistito e ce l’ho fatta. Non vedo l’ora di incontare il pubblico siciliano”.

Com’è nato l’impegno a favore dei bambini del Benin?

“Stavo montando il video de La più Grande Orchestra e ho avuto modo di venire in contatto con l’associazione Buona Nascita Onlus. Ho visto le immagini dei bambini minatori del Benin: spaccano pietre tutto il giorno per portare a casa 2 euro a settimana. Una realtà inaccettabile, ho pensato che dovevo fare qualcosa. L’associazione si è offerta di donare 1 centesimo per ogni visualizzazione del mio video, disponibile su internet. Dall’11 dicembre 2013 all’11 gennaio 2014 abbiamo raccolto 5.390 euro. Significa che decine di bambini potranno smettere di lavorare e andare a scuola. Sono molto orgoglioso di questo risultato ma non dimentico l’obiettivo più grande: un milione di visualizzazioni porterebbe a scuola un intero villaggio di bambini. Saranno loro La più Grande Orchestra: quella composta da chi sta insieme perché vuole farlo, con amore. Così come la più bella coppia non è quella dei fotomodelli ma di chi si ama veramente”.

Per il tuo album d’esordio hai scelto un titolo evocativo ed impegnativo. Il mare porta con sé così tanti significati…

Mare Dentro racconta tutto di me. Ed ho voluto restituire al mare ciò che mi ha donato. Ho sempre amato molto il mare ma lo conoscevo da turista, da fruitore estivo. Da 7 anni la Sardegna, dove è nata la mia compagna, è diventata la mia terra d’adozione. Lì ho imparato a vivere il mare tutto l’anno, e adesso i miei testi li scrivo al mare. Mi ha aperto nuovi orizzonti, e davanti a quella sconfinata distesa d’acqua riesco a tirare fuori il mio mare emotivo. È l’unico posto dove riesco a fare il punto su tutto, a dare forma alle idee, ad esprimerle al meglio”.

Esordire da cantante se sei il fratello del rocker italiano più famoso non deve essere facile

“Luciano per me è stato molto importante, mi ha rassicurato e dato i giusti consigli. Quando sono uscito dai Rio ho scritto un po’ di testi, senza sapere bene che destinazione avrebbero avuto, e li ho fatti ascoltare a Luciano. Mi ha detto subito: “Chi scrive le canzoni le deve anche cantare”. Ci ho riflettuto un po’ su e ho registrato la mia voce. Non ero abituato a cantare. Riascoltandomi ho capito che mi manvaca un po’ di spontaneità, ho dovuto lavorarci su per qualche settimana. Solo quando ho capito che ero pronto per dare tutto come cantante ho registrato l’album”.

Il disco, prodotto negli Usa da Corrado Rustici, è costituito da 9 brani con un filo conduttore che rispecchia la solarità della Terra di Romagna

“Il tema generale è quello del bicchiere mezzo pieno. Io credo fortemente che con grande positività si possa affrontare meglio tutto ed i dolori che la vita ci riserva appaiono più tollerabili”.

Molti artisti sostengono che proprio il dolore sia fonte di ispirazione. Forse uno stereotipo trito e ritrito…

“Dipende da quello in cui lo trasformi. Una delle canzoni del mio album a cui tengo di più è Casomai, nata dal dolore profondo per la morte del mio amico, il calciatore Piermario Morosini (morto in campo nell’aprile 2012, ndr). Quando se ne è andato non volevo crederci. Dopo due settimane di lacrime e rabbia ho deciso di mettere dentro una canzone i momenti più felici che abbiamo vissuto insieme. E ho trovato conferma a quanto sostengo da sempre: abbattersi e basta non serve a niente, guardare oltre ti permette di costruire, e fare e già un’occasione di felicità…La vita è troppo bella per fermarsi, nonostante tutto.

Marco Ligabue si esibirà allo Zsa Zsa Mon Amour di Palermo sabato 1 febbraio alle 22. Il biglietto è acquistabile presso il Circuito Box Office Sicilia.


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