Razionalizzare le risorse facendo economia, ma senza tagli del personale. Si inserisce in quest’ottica il percorso intrapreso dall’Università di Palermo che ha portato all’adozione del numero chiuso per tutte le 12 Facoltà dell’Ateneo palermitano e che porterà all’abolizione delle Facoltà con la nascita delle scuole, in modo da attuare la Riforma Gelmini raccogliendone le intuizioni pur evitandone le farraginosità.
Il progetto prevede il raggruppamento dei dipartimenti che operano in ambiti simili all’interno di cinque diverse scuole: Scuola delle Scienze Giuridiche ed Economico-Sociali; Scuola Politecnica; Scuola Medicina e Chirurgia; Scuola delle Scienze Umane e del Patrimonio Culturale; Scuola delle Scienze di Base e Applicate.
In tale contesto, i dipartimenti continueranno a gestire i dottorati di ricerca. Anche le biblioteche saranno raggruppate per ambiti con una riduzione da 34 a 19. Il personale, comunque, non sarà ridotto, ma verrà redistribuito ad altre funzioni.
“E’ il secondo anno che contingentiamo il numero degli accessi adottando il numero chiuso come previsto dagli obblighi di legge che prevedono un preciso rapporto tra densità delle classi e numero di docenti – ha spiegato il Rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla.
“Abbiamo registrato una crescita del 4,5% delle immatricolazioni che ci fa credere che stiamo operando bene. Adesso l’Università sarà particolarmente incentrata sul lavoro dei dipartimenti di area che assolveranno insieme a funzioni didattiche scientifiche – ha aggiunto – con una cornice di coordinamento che sta in testa alle Scuole che aggregano ex Facoltà ormai inesistenti”.
“In concreto – ha concluso Lagalla – più dipartimenti formeranno una Scuola, e cinque Scuole formeranno il nostro sistema universitario, permettendo di razionalizzare il personale e le risorse economiche come testimonia il bilancio di previsione per il prossimo anno”.