“Se non si sblocca il futuro noi blocchiamo la città”, e ancora “La crisi noi non la paghiamo”: questi alcuni dei cori delle migliaia di studenti palermitani che oggi hanno protestato in corteo per le vie della città paralizzandone il traffico. Venticinque le scuole occupate in questo momento nel capoluogo siciliano e che hanno fatto fronte comune per il “Blocchiamotuttoday” organizzato dal Coordinamento Studenti Medi Palermo che parla di oltre 15 mila adesioni alla manifestazione.
Caro libri, edilizia scolastica fatiscente, tagli all’istruzione pubblica, mancanza di prospettive per il futuro. Gli studenti non ci stanno. E a chi gli fa notare che il futuro si costruisce proprio sui banchi di scuola, rispondono senza esitazione: “Dopo il liceo ci aspetta l’Università, con le sue tasse carissime e poi? Viviamo in uno Stato che per noi giovani non sta garantendo niente”.
Gli studenti smentiscono con forza l’ipotesi che le occupazioni stiano per concludersi a causa dell’avvicinarsi della conclusione del primo quadrimestre. “Ad oltranza – ripetono – noi continuano sino a quando non cambieranno le cose” così come, il sospetto che le occupazioni altro non siano che un lungo ponte di vacanza sino alle vacanze ufficiali, quelle natalizie.
“Noi vogliamo andare a scuola – puntualizzano – ma non all’interno di un sistema che per noi non ha alcuna considerazione. Venite nelle nostre scuole a vedere in che condizioni studiamo e poi ci direte se abbiamo ragione o meno“.
Sui disagi arrecati alla città e alle scuole, hanno le idee chiare: “Nessuno ci ascolta – dicono – e a quanto pare solo creando disagi puoi far parlare di te“. E c’è qualcuno che racconta anche di avere incassato il pieno sostegno dei genitori, che dopo aver inizialmente storto il naso di fronte alle occupazioni, hanno poi ascoltato e compreso le ragioni dei propri figli.
“Tutto questo lo facciamo per il nostro futuro – dice Vittorio – e non solo per noi dell’ultimo anno. Se la situazione è così grave adesso, cosa offrirà la scuola a quelli che verranno dopo?”
Singolare il caso del liceo classico Umberto I, dove i genitori ed alcuni studenti hanno presentato un esposto alla Procura contro un’occupazione definita illegittima, e che sarebbe messa in atto da una minoranza di studenti che con la forza impedirebbero lo svolgimento del regolare servizio scolastico.
Gli studenti delle altre scuole provano a dare una spiegazione: “Anche io – racconta Paolo – ero contrario alle occupazioni. Poi mi sono confrontato con i miei compagni e ho capito che è l’unico modo per ottenere qualcosa. In tutte le scuole c’è il gruppetto di quelli che vogliono tornare a lezione, ma adesso è il tempo di protestare. Ci sono aule con i gruppi di studio che stanno continuando con il programma, chi vuole studiare può continuare a farlo, noi non stiamo impedendo niente a nessuno”.