Palermo ancora teatro di tensioni legate alle vertenze del lavoro. Almeno tre i fronti caldi oggi. Davanti al dipartimento regionale dell’Istruzione e della Formazione in viale Regione Siciliana, è in corso un presidio degli operatori del settore. A piazza Indipendenza, davanti alla presidenza della Regione, sit-in dei lavoratori di Ansaldo Breda contro il processo annunciato da Finmeccanica di scorporo dello stabilimento di Carini, quando sono ormai prossimi l’esaurimento dei carichi di lavoro e la cassa integrazione. In via Briuccia, di fronte all’Ufficio provinciale del lavoro, manifestano gli operai dell’ex indotto Fiat, i quali chiedono garanzie sull’erogazione della cassa integrazione.
I lavoratori della Formazione protestano per chiedere il pagamento immediato delle retribuzioni pregresse per tutti e tre i settori (interventi – sportelli – Oif), svincolando la quota relativa al personale dalle rendicontazioni, includendo anche i lavoratori di quegli enti sottoposti a revoca dell’accreditamento. La manifestazione è stata organizzata da Snals, Ugl e Ull. Ieri avevano protestato anche i lavoratori dell’Iraps.
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I manifestanti chiedono anche il pagamento delle retribuzioni, relative alla seconda annualità dell’Avviso 20, in tempi celeri, il reperimento delle risorse, per la totale copertura, a carico della Regione, dell’indennità di Cassa integrazione in deroga per il 2012, al momento, garantita solo per il 7,7%.
Chiedono inoltre, tra le altre cose, la restituzione delle somme che l’amministrazione regionale ha recuperato dal finanziamento di alcuni enti a cui erano state erogate integrazioni nelle passate annualità. Un recupero che di fatto ha causato un danno a carico dei lavoratori, che nonostante la prestazione resa, in alcuni casi (come per il Cefop), rischiano di perdere le retribuzioni.
I lavoratori pretendono dal governo anche un corretta gestione degli esuberi, il riutilizzo del personale licenziato, la ricollocazione del personale degli enti a cui è stato revocato l’accreditamento, la pubblicazione dell’albo.
Infine gli operatori della formazione chiedono di essere messi ufficialmente a conoscenza delle ipotesi di riforma del sistema, preannunciando fin da adesso che si opporranno a qualsiasi forma di precarizzazione.