La scadenza – assicurano fonti interne del Pd – è fissata al 5 settembre, cioè domani, ma sarà flessibile. Perché per chi fra deputati eletti, assessori designati, consiglieri comunali e provinciali ormai agli sgoccioli, vorrà mettersi in pareggio, il partito democratico non sbarrerà la strada. Si parla dei contributi al Pd da versare per non rischiare il tracollo finanziario. Soprattutto da quando il finanziamento pubblico ai partiti è stato consegnato – più o meno – alla storia.
In Sicilia, una commissione speciale voluta dalla direzione regionale del partito e affidata alla presidenza del segretario organizzativo Enzo Napoli attende – domani – la comunicazione ufficiale della tesoriera Teresa Piccione sugli ultimi morosi. A parte i nomi altisonanti di cui si è parlato nei giorni scorsi e nelle settimane precedenti – partire dal presidente Crocetta per continuare con gli assessori Pd e concludersi con alcuni neo-deputati iscritti, fra tutti spicca Fabrizio Ferrandelli – sono tanti – fra amministratori locali e consiglieri comunali – gli eletti del Pd che non sono in regola con i versamenti al partito. “Situazione che si è reso improcrastinabile da regolarizzare – spiega Enzo Napoli – dopo l’abrogazione del contributo ai partiti”. E che, se non si regolarizzerà, metterà in serissima difficoltà le casse del Pd, dal nazionale alle federazioni regionali e provinciali. Tanto che l’intenzione – nell’assemblea nazionale del partito il prossimo 20 settembre – è quella di riservare agli iscritti le primarie per le segreterie provinciali e regionali (così da riscuotere il pagamento delle tessere) e lasciare “aperte” quelle nazionali dando spazio e “agibilità politica” all’elezione di Matteo Renzi. Che ne ha fatto una questione di principio e di democrazia partecipata.
In questo contento, a un giorno dalla scadenza dell’ultimatum posto dal Pd per regolarizzare la questione dei contributi degli iscritti eletti, l’assessore regionale alla formazione Nelli Scilabra scrive al segretario regionale, Giuseppe Lupo e alla tesoriera, Teresa Piccione. Regolarizzo – è il senso della lettera – purché il mio contributo sia destinato alla federazione giovanile dei Giovani democratici. Una partecipazione alla vita del partito che è anche un atto d’accusa della Scilabra.
Scrive, infatti: “Per troppi anni la nostra organizzazione giovanile ha vissuto l’umiliazione di una incompiuta autonomia politicae si è ritrovata, quotidianamente a dover chiedere contributi una tantum a quello o all’altro deputato. E’ ora di interrompere l’elemosina forzata. Io ritengo che un Partito realmente Democratico debba mettere i suoi giovani iscritti nelle massime condizioni di libertà e di autonomia”. E la richiesta dell’assessore regionale alla formazione, trentenne da qualche settimana, si spinge oltre: “Vi chiedo – scrive rivolgendosi a Lupo e Piccione e interpretando di fatto i mal di pancia di numerosi “iscritti” - una forte affermazione di trasparenza e legalità: rendiamo pubblico il bilancio del Partito Democratico della Sicilia. Diamo un segnale innovativo, un segnale di chiarezza a tutte le donne e gli uomini siciliani. Non abbiamo nulla da nascondere, noi non siamo come tutti gli altri”.
Nelli Scilabra, candidata dal presidente Crocetta alla segreteria regionale del Pd, non finirà dunque nell’elenco dei morosi. Domani infatti, a conclusione della giornata, la commissione presieduta da Enzo Napoli attende il report della tesoriera per consegnare l’elenco dei morosi alla commissione nazionale di garanzia. Una segnalazione che, in teoria, comporta degli effetti: non solo la decadenza dalle cariche interne ai partiti ma anche l’incandidabilità al prossimo “giro” di tornata elettorale.