Il governo Crocetta, dopo aver tagliato le Province e ancora prima della nascita dei Consorzi di Comuni, è pronta a calare dall’alto un’latra riforma: quella per introdurre le città metropolitane. Una riforma mirata a trasformare i comuni in municipi e i sindaci in presidenti sul modello di Roma capitale.
Le città metropolitane che dovrebbero sorgere sono tre: Palermo, Catania e Messina. Sarebbe già pronta la bozza della riforma che il governo si appresterebbe a varare dopo l’abolizione delle Province, c”è tempo fino al 31 dicembre, e il presidente della Regione, Rosario Crocetta, sta premendo sull’acceleratore.
Intanto non è ancora chiaro quanti saranno i Consorzi di Comuni ma la giunta ha dato le prime indicazioni per consentire la riapertura delle scuole e stabilire la dimensione di questi nuovi enti, che dovranno avere tra i 150 mila e i 500 mila abitanti.
L’ipotesi di suddivisone delle aree delle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina è stata già elaborata da gruppi di lavoro coordinati dall’assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti.
L’ area di Palermo dovrebbe andare al golfo di Termini a quello di Castellammare con l’ inclusione delle aree industriali di Carini e Partinico e Termini Buonfornello, con parte del territorio di Trapani.
Per Catania i tecnici dell’ assessorato hanno ipotizzato l’ inclusione dell’ area della piana di Giarre, Riposto fino alla penisola di Augusta col petrolchimico siracusano costituito dal triangolo industriale di Augusta, Melilli e Priolo.
Messina diventerebbe invece città dello Stretto, con dimensioni ridotte.