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Cagliari Catania 3 a 2, ma la squadra è in crescita

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Il Catania torna da Olbia con indicazioni più che positive.  La squadra è in evidente crescita, molti dei meccanismi di gioco girano a buon regime. Unica nota stonata il risultato finale  (3 a 2) che premia ingiustamente il Cagliari grazie al gol decisivo di Nenè, maturato a in zona Cesarini.

Antipasto amaro. Il pullman della squadra etnea, mentre si accingeva a raggiungere lo stadio di Olbia, è stato oggetto di un fitto lanci di oggetti  - operato da pseudo tifosi del Cagliari – che ha mandato in pezzi il lunotto posteriore.

La gara.  Sconfitta si, ma episodica.  Più che al gol arrivato allo scadere e che è costato la  imbattibilità in questo calcio d’agosto, è il caso di guardare a quanto di buono fatto vedere dal Catania. Numerosi gli spunti.

L’unidici iniziale. Maran schiera il 4-3-3, facendo debuttare sin dall’inizio Monzon che prende immediatamente possesso della fascia sinitra.  Al centro della difesa Rolin e Le Grottaglie, Alvarez sull’out destro. In mezzo al campo, Tachsidis, affiancato da Izco e  Biagianti. In avanti l’incontenibile Bergessio, supportato dalle invenzioni di Barrientos e dalla forza devastante di Doukara.  Restano a casa fra gli altri, Castro, Leto, Bellusci e Almiron

Le reti. Partita equilibrata giocata con buoni ritmi. Parte bene il Catania che centra (14′) il palo alla destra di Avramov con l’incornata di  Bergessio  (cross di Izco). Nel momento migliore degli uomini di Maran, sfonda, a sopresa, il Cagliari  (34′ p.t.) con il calcio di rigore realizzato da Pinilla, per fallo in area  di Rolin su Ibarbo. L’azione è però viziata all’origine da un fallo  netto compiuto da Pinilla su Tachsidis, nella trequarti del Cagliari.  Il Catania si aspetta la punizione, l’arbitro, invece, non sanziona l’intervento e Cossu pesca Ibarbo in contropiede. Inevitabile l’impatto con Rolin.  Il pareggio lo sigla Bergessio direttamente su calcio di punizione ad inizio ripresa (2′): il suo destro  a giro è imparabile per Avramov.  Torna avanti il Cagliari poco dopo, sfruttando un intervento sfortunato di Le Grottaglie che nel tentativo di liberare l’area fornisce un assist perfetto a Pinilla: un sorta di tiro libero che il Cileno non fallisce. Il Catania pareggia nuovamente con Bergessio che conclude con una beffarda palombella (Avramov era fuori da pali) un’azione avviata sull’asse Barrientos, Izco Doukara. Il match sembra avviato verso il pari.  I due tecnici avviano il valzer delle sostituzioni, ma a sorpresa arriva il gol partita di Nenè su cross di Dessena.

Prima sorpresa.  Monzon fa capire di che pasta è fatto. Al debutto ufficiale in maglia rossazzurra e contro una pari grado, l’argentino sfodera alcuni dei suoi colpi. Dribbla spesso i suoi dirimpettai,  proponendosi in avanti con estrema facilità. Conferma un tocco di palla delizioso e, ci mancherebbe, chiude in più di un’occasione la fascia. Repertorio messo in campo, nei 73 minuti giocati, centellinando con intelligenza la forze. Il ragazzo si è aggregato alla resto della squadra, solo da sette giorni, è ovviamente è ritardo rispetto alla grado di preparazione del resto della squadra.  Differenza che in campo, però, non si è notata.

Solita conferma. Due reti, un palo, un altro gol sfiorato. L’esaurimento nervoso provocato alla difesa locale è la  perfetta sintesi della prestazione super sfoderata da Bergessio.  Incontenibile.   Le sue quotazioni continuano salire e bene ha fatto il presidente Pulvirenti a blindarlo dalle sirene biancazzurre (Napoli e Lazio ci hanno fatto più di un pensierino).

Il braccio e la mente. Pitu inventa, Doukara fa a sportellate. Ad Olbia Barrientos in più di un’occasione ha accesso la lampadina, illuminando in campo con aperture calibrate al centimetro. Souleymane ha confermato con una prestazione importante la sua crescita,  difende bene la palla e fa ripartire la squadra (in questa specialità ha in Bergessio un maestro d’eccezione), taglia a fette il campo con le sue progressioni e, soprattutto, è puntuale in fase di copertura. Le sue quotazioni continuano a salire.


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