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28 anni fa l’omicidio di “un eroe contemporaneo”, Ninni Cassarà

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Il 6 agosto del 1985 Cosa nostra uccideva Antonino Cassarà, per tutti Ninni, vice dirigente della squadra mobile di Palermo freddato davanti la propia abitazione in viale Croce Rossa insieme all’agente di scorta Roberto Antiochia.
Stamane alla Questura di Palermo, le forse dell’ordine hanno commemorato Cassarà con la deposizione di una corona di fiori davanti la targa che riporta i nomi dei servitori dello Stato caduti nell’adempimento del proprio dovere.

Un uomo che non si era rassegnato a vedere la propria Terra schiacciata dalla sopraffazione del potere mafioso. Investigatore instancabile, irriducibile sostenitore della necessità di combattere la criminalità per raggiungere la liberazione morale e civile della Sicilia.
Questo era Ninni Cassarà. Achi gli suggeriva di optare per un comodo posto dietro a una scrivania rispondeva: “A me piace fare lo sbirro”.
Come svelò il collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia, “Cassarà era temutissimo dall’organizzazione mafiosa perché era uno di quei poliziotti non avvicinabili, cioè incorruttibili”.

Nato a Palermo nel 1947, Cassarà aveva iniziato la sua carriera prestando servizio nelle Questure di Reggio Calabria e Trapani. Nel 1981 era rientrato nel capoluogo siciliano, dedicandosi da subito alla ricerca dei latitanti insieme al collega e amico Calogero Zucchetto. I due, a bordo di una vecchia vespa, setacciarono a lungo le borgate periferiche di Palermo, ed in particolar modo Ciaculli. Tanto da arrivare, insieme, alla stesura del cosiddetto “rapporto Greco più 161″ che tracciava un quadro della guerra di mafia iniziata nel 1981, dei nuovi assetti delle cosche, della spartizione del territorio, avvertendo in merito alla pericolosa ascesa del clan dei corleonesi capeggiato da Totò Riina.

Cosa nostra non poteva restare a guardare. Nel novembre del 1982 Calogero Zucchetto venne ucciso alla viglia delle proprie nozze. Da quel momento Cassarà ebbe sempre più chiaro di essere protagonista di una guerra in piena regola.
Le sue intuizioni furono decisive per il buon esito dell’operazione Pizza Connection, che portò in carcere decine di mafiosi tra Italia e Stati Uniti. Si distinse come prezioso collaboratore di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sino a quel giorno fatale.

Ninni Cassarà morì all’età di 38 anni tra le braccia della moglie e della figlia, che aspettando il suo rientro sul balcone di casa, avevano assistito alla barbara esecuzione.

Il presidente del Senato Piero Grasso ha definito Cassarà un eroe contemporaneo dalle grandi doti morali, spinto fino al sacrificio estremo da un sentimento di profondo attaccamento allo Stato e alla nostra Terra di Sicilia”.


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