“I servizi segreti Usa mi chiesero l’accesso al nodo telefonico di Palermo”. Gian Mario Rossignolo, presidente di Telecom nel 1998, ha confidato alla trasmissione televisiva di Rai3 Report, durante l’inchiesta fatta dai giornalisti guidati da Milena Gabanelli del 26 maggio 2010, di aver immediatamente informato l’allora presidente del consiglio Romano Prodi: “Non ricevetti risposta, ma non so cosa è successo dopo di me”. Perché proprio Palermo? “Penso che da Palermo ci sia tutto il traffico con il Medio Oriente” risponde Rossignolo ai giornalisti di Report.
Oggi è arrivata la denuncia di Wayne Madsen, ex funzionario della National Security Agency americana, che in un’intervista, pubblicata dal blog PrivacySurgeon.org e ripresa dal Guardian, afferma che l’Italia, come altri paesi europei, ha accordi segreti risalenti ai primi anni del dopoguerra con gli Stati Uniti per il passaggio di dati pesonali all’intelligence.
Sulla base degli elementi offerti da Snowden e da un ex tenente della marina statunitense, sette Paesi, tra cui l’Italia, hanno segretamente consegnato agli Stati Uniti dati sulle comunicazioni telefoniche, mobile e fissa, e di navigazione web ogni volta che veniva richiesto dalla National Security Agency. Il patto segreto sarebbe stato stipulato fra Usa e l’Italia, Gran Bretagna, Francia, Danimarca, Olanda, Germania e Spagna.
Ma sono state le rivelazioni di Edward Snowden, che ha fatto esplodere il Nasa-gate, a scoperchiare la pentola. Intanto, dopo le rivelazioni del Guardian, secondo cui ad essere spiate erano pure le istituzioni europee e le ambasciate, interviene anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “La questione del datagate è spinosa e dovrà trovare risposte soddisfacenti”. Domani prevista a Strasburgo una riunione della Commissione europea.