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Cane strangolato, animalisti al canile in presidio: “Salvate il suo branco”

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Esplode a Palermo la violenza contro gli animali. In poco meno di tre giorni solo oltre trenta le segnalazioni di cani avvelenati pervenute all’Associazione italiana difesa animali e ambiente. Eclatante il caso di Carini, a pochi chilometri dal capoluogo siciliano, dove in poche ore sono stati trovati morti 15 cani. Tutti avvelenati da chi non vuole vedere randagi tra le vie del paese.

Indignazione e senso di impotenza. Le associazioni animaliste si mobilitano. Gli amici a 4 zampe sono nel mirino un po’ ovunque, e non sfuggono alla persecuzione nemmeno i cani che da anni vivono in un determinato quartiere, adottati dalla comunità, divenuti protettori benefici di un rione. C’è sempre chi decide di ucciderli, in modo spesso atroce.

Come atroce è stata la fine di Pinpino, un randagio che viveva nel quartiere Villaggio S.Rosalia, a due passi dall’Università. Pinpino è stato strangolato e gettato tra le erbacce.
I volontari di Lida, Enpa e Ugda sono riusciti a salvare i tre cani che facevano parte del suo branco e che gli abitanti del quartiere dimostravano di non gradire. Li hanno portati via da lì e sono andati a bussare alle porte del canile municipale. La risposta è stata perentoria: “Non c’è spazio per tre cani”.

Per questo da oggi pomeriggio, hanno deciso di stazionare davanti la struttura sino a quando non verrà permesso ai tre cani di entrare e poter vivere al sicuro.
Alessandra Musso, responsabile della Lida Palermo commenta: “Sappiamo che la struttura è pienissima, ma il problema è reale. Se riportiamo i cani nel quartiere li fanno sparire e non lo possiamo consentire. Assurdo, poi, che nessuno ci voglia ascoltare, dalla Polizia Municipale al Ministero della Salute, anche perché il problema riguarda la città, non certo solo noi volontari”.

Di randagi in pericolo ce ne sono a migliaia: “Bisogna spingere la gente a sterilizzare anche i loro cani – prosegue la Musso – adottando provvedimenti che portino anche a maggiori controlli sui microchip. E poi far comprendere ai cittadini che bisogna rispettare gli animali, anche quelli randagi. Che non cercano altro che affetto, non certo condanne a morte”.

Intanto l’Aidaa ha annunciato una taglia di 5mila euro per trovare l’avvelenatore dei cani di Carini.


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