“E’ amaro, ancora una volta, constatare che le condizioni di restrizione di luoghi come il Cie, che non dovrebbero essere di detenzione, siano di gran lunga peggiori rispetto a quelle delle carceri”.
Lo afferma la delegazione dell’Unione Camere Penali al termine del viaggio in Sicilia, dopo aver visitato il Centro di identificazione e espulsione di Trapani, e il carcere della città siciliana. Facendo un confronto tra le due realtà, i penalisti sottolineano come al Cie trapanese venga “razionata l’acqua (solo un litro e mezzo al giorno), e gli ‘ospiti’, nonostante gli sforzi della Questura competente”, siano “trattenuti in palese violazione di tutti i principi contenuti nelle normative. Al contrario – concludono – è apprezzabile l’impegno, che determina indubbiamente risultati positivi in termini di qualità di detenzione, della direzione e della polizia penitenziaria del carcere di Trapani, che operano in un luogo pure afflitto da problemi di sovraffollamento e di mancanza di risorse”