I carabinieri hanno scoperto una piantagione tra le stanze dell’ex convento di Sant’Agata alla Guilla nel quartiere Capo a Palermo. Dentro l’edificio, ormai in stato di abbandono, sono stati trovati 103 vasi di plastica di colore nero, pieni di terriccio appena annaffiate e curate, con diverse piante di cannabis con il fusto alto un metro e mezzo.
Tra quelle stanze che un tempo accoglievano monaci in preghiera e affidato al Teatro Stabile Biondo dove doveva sorgere una biblioteca e la Scuola di Recitazione, c’era di tutto. Un impianto curato nei minimi particolari e dotato di quanto necessario per far crescere rigogliose le piante.
L’areazione garantita grazie all’utilizzo di grossi tubi in alluminio collegati ad estrattori, l’illuminazione assicurata con un allaccio abusivo alla rete nelle faceva funzionare ben 32 reattori di alimentazione di altrettante lampade alogene complete di porta lampada e copertura rifrangente in alluminio.
I militari hanno trovato un misuratore di umidità collegato all’impianto d’irrigazione. In un’altra stanza c’era un altro impianto con altri 19 vasi di plastica vuoti e 194 vasi di plastica di colore nero, dove le piante erano state da poco tagliate e messe per terra ad essiccare.