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Pool di magistrati per l’omicidio Di Giacomo Agueci: “Nipote della vittima è un miracolato”

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Una guerra di mafia è possibile, anzi sembra proprio essere dietro l’angolo. Il popolare quartiere della Zisa è terra di conquista e per questo potrebbe scatenarsi una lotta per il potere. proprio da questo quartiere potrebbe partire l’assalto all’intero mandamento di Porta Nuova.

Lo lascia intendere in modo neanche troppo velato il procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci parlando dell’omicidio di Giuseppe Di Giacomo, 47 anni, fratello dell’ergastolano Giovanni Di Giacomo ritenuto killer di mafia facente parte del gruppo di fuoco di Pippo Calò e condannato all’ergastolo proprio per omicidio, assassinato ieri pomeriggio a Palermo. ”Giuseppe Di Giacomo – dice – è stato ucciso a casa sua, davanti alla sua sala giochi, vicino al bar dove andava ogni mattina. E’ un’esecuzione eclatante. Un segnale da tenere in forte considerazione”.

>GUARDA LE IMMAGINI<

Per indagare sul delitto è stato costituito un pool di magistrati guidato proprio da Agueci e formato da Francesco Grassi, Sergio Demontis e Caterina Malagoli. “Dopo l’arresto di Alessandro D’Ambrogio che era il vero dominus della zona – dice il magistrato – il mandamento di Porta Nuova è diventato terra di conquista. Tutti quelli che avevano un qualche legame mafioso cercano di espandersi. Anche le recenti scarcerazioni di personaggi come Nunzio Milano, Salvatore Gioeli e Tommaso Lo Presti creano fibrillazioni. Ci sono anche equilibri o conflitti che si creano in carcere e che poi vengono portati fuori. E’ chiaro, perché non si può escludere, che c’è il timore che si possano verificare altri episodi di questo tipo”.

Agueci conferma, poi, la voce circolata per tutta la sera di ieri circa la presenza di un minore con la vittima. Non si trattava del figlio come si era creduto ma del nipote e, contrariamente a quanto appreso in un primo momento, il bambino era in auto al momento dell’agguato.

“Il bambino è un miracolato – ha detto ancora Agueci -. Di Giacomo era uscito dal negozio del barbiere, a pochi metri dal luogo dell’agguato”.

Anche per questo subito dopo il delitto si sono registrati momenti di grande tensione e scontri.

“In un momento di riassetto possono succedere questi omicidi – conclude Agueci – manifestano anche momenti di insofferenza e di volontà di controllo del territorio. Purtroppo, nonostante gli arresti, la mafia è ancora presente ed è forte. C’e’ una fetta di popolazione che ancora si riconosce in Cosa nostra e ha i suoi referenti nella mafia”.

Leggi anche la ricostruzione del delitto


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