La vicenda della violazione dell’anonimato nei test d’ingresso dell’università torna d’attualità. Questa volta è il Consiglio di Stato a tenere ferma la propria linea a favore degli studenti e ad accogliere il ricorso rigettato dal Tar Lazio. Il Tribunale amministrativo la domanda di alcuni candidati che lamentavano la gestione del concorso dell’Ateneo di Messina nel 2008 ritenendo che la violazione dell’anonimato non fosse provata.
Il Consiglio di Stato, invece, ha accolto l’istanza ammettendo la studentessa all’immediata frequenza delle lezioni evidenziandone la fondatezza “alla luce delle sopravvenienze normative e di una delibazione sommaria dei motivi d’appello”.
Si tratta, commenta l’avvocato Santi Delia, “dell’ennesima prova che, dopo la decisione dell’adunanza plenaria del novembre 2013, anche il concorso nazionale è a rischio annullamento e che tutti i candidati hanno diritto ad essere ammessi”.
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