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Crias, le imprese al Commissario: “sbloccare subito i finanziamenti”

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Occorre sbloccare subito i circa 2 milioni di euro di finanziamenti che la Crias non ha ancora erogato per assenza di governance della cassa. Il Commissario ad acta, infatti, non poteva istruire le pratiche in assenza di un consiglio di amministrazione e lora le aziende sono alla canna del gas”.

A parlare è Filippo Ribisi, Presidente di Confartigianato Sicilia che lancia un allarme. “le piccole imprese che hanno fatto investimenti contando sui contributi a tasso agevolato della Crias rischiano di chiudere se non potranno ottenere questi finanziamenti”.

La situazione della Crias era rimasta paralizzata a causa della situazione gestionale della cassa affidata a Filippo Nasca, funzionario regionale, mandato a gestirla con l’incarico di commissario ad acta in attesa di fonderla con Irfis – finsicilia. Con quell’incarico Nasca poteva solo completare le pratiche già definite ma non avviare le procure per tutte le altre.

Dopo lo stop alla fusione dovuto all’impugnativa del Commissario dello Stato che ha detto no alla norma inserita in finanziaria, la Regione è dovuta correre ai ripari. da ieri Nasca è tornato ad insediarsi alla guida della cassa regionale per il credito artigiano ma con funzioni di commissario straordinario e dunque con la possibilità di attivare la definizione delle pratiche in attesa.

“Diamo atto al Governo regionale di avere proceduto alla nomina ed all’insediamento, dal 22 luglio, del commissario straordinario – dice ancora Ribisi -. Quello che chiedono con forza le imprese artigiane, è che il commissario finalmente insediato, firmi con urgenza le procure per far si che le imprese, prima delle varie chiusure estive, possano finalmente ottenere quei finanziamenti che ormai attendono da troppo tempo”.

Intanto sulla Crias rischia di esplodere un’altra polemica. “Alla Cassa ci sono 87 dipendenti, e ben 55 di loro hanno ottenuto una qualifica dirigenziale o ‘assimilata’: insomma, un ente con il 65% del personale con un trattamento superiore. Il governo intervenga per verificare se vi sono state violazioni di legge e per accertare eventuali danni erariali – dice Mario Alloro, parlamentare regionale del PD, che ha presentato una risoluzione in commissione Attività produttive all’Ars -. Su 87 dipendenti 13 sono ‘funzionari’ e 21 ‘quadri super’ (figure entrambe equiparabili ai dirigenti della Regione siciliana), ai quali si aggiungono 19 ‘capo ufficio’, oltre alle due figure di vertice: ‘direttore centrale’ e ‘direttore generale’. Alcune di queste promozioni sono quasi ‘miracolose’: c’è chi è passato da ‘impiegato’  a ‘dirigente’. Naturalmente allo scatto di qualifica corrispondono benefit e adeguamenti economici allo stipendio. Il tutto in aperta violazione al divieto imposto dalla giunta regionale ad enti pubblici sottoposti a vigilanza e controllo, di effettuare promozioni di personale”.

 “Siamo di fronte ad atti che non sono stati approvati dall’assessorato Attività produttive – accusa Alloro – oltretutto gli stessi ispettori inviati dall’assessorato hanno accertato l’irregolarità delle procedure. Nonostante ciò – conclude – la Crias non ha revocato gli atti, e il personale ‘promosso’ resta saldamento ancorato ai propri posti”.


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