Il precedente, tra gli altri, è illustre perché si tratta di un Papa in odore di santità: Giovanni Paolo II. A lui, in tempi recenti, era stato riservato il privilegio di stare a pochi centimetri dal busto reliquiario di Sant’Agata. Nei giorni scorsi, invece, è stata la volta del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che durante la sua visita catanese è rimasto per qualche minuto dinnanzi alla Santuzza.
Come è stato più volte ribadito, si è trattato di un evento eccezionale riservato ai capi di Stato perché la Patrona, come sanno i catanesi, può essere ammirata solo in occasione delle celebrazioni di febbraio ed agosto.
A descrivere a Napolitano ogni particolari del busto reliquiario è stato il presidente del Comitato dei festeggiamenti agatini, Luigi Maina che già nel novembre del 1994 aveva illustrato a Papa Wojtila ogni dettaglio della preziosa reliquia.
In quella occasione il Pontefice si raccolse in preghiera inginocchiandosi ai piedi della Patrona di Catania e quando proprio Maina gli raccontò che il cardinale Stefan Wyszynski baciò il petto di Agata, Wojtila si levò subito in piedi ripetendo quanto aveva fatto il prelato polacco che lo avrebbe indicato come successore di Giovanni Paolo I durante il Conclave del 1978.
Meno intima, almeno a giudicare dalle immagini, la visita del capo dello Stato, ma onestamente il paragone con il Beato Papa Giovanni Paolo II è abnorme almeno su un piano spirituale. Napolitano ha deposto un mazzo di fiori nel sacello di Sant’Agata e durante la visita in cattedrale si è soffermato anche davanti alla tomba di Vincenzo Bellini.
foto da quirinale.it