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Carnevale di Acireale tra salotti e le magie dei carri

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Se “Natale con i tuoi e Capodanno con chi vuoi”, il carnevale non puoi non passarlo ad Acireale, in mezzo alle maschere tradizionali e ai carri coloratissimi. Tiziana Fichera, studentessa universitaria di Acireale, ci racconta come viene vissuta queste festa da chi, in questa città, ci è nato e cresciuto.

Racconta la storia del Carnevale di Acireale: quando nasce? Quali sono le tradizioni che non sono mai cambiate? E quali invece le novità che negli anni sono subentrate?

“Il carnevale di Acireale è uno dei più antichi della Sicilia. Le tradizioni principali riguardano i carri allegorico-grotteschi e quelli infiorati, che tutt’oggi sfilano tra le strade di Acireale. Quando i miei nonni erano giovani, il vestito di carnevale era tradizione: grandi e piccini andavano in giro in costume. La maschera per eccellenza era il “Domino”, un travestimento in prevalenza scuro che, coprendo anche il volto, rendeva irriconoscibili e permetteva di prendersi gioco di amici e conoscenti. Man mano che le maschere si sono differenziate, in tempi moderni, si è registrato anche un declino della maschera tra gli adulti: travestirsi in occasione del Carnevale è oramai considerata una faccenda che riguarda solo i più piccini, seppur con delle eccezioni”.

Come si sviluppa nelle varie giornate? C’è un “programma” che viene seguito?

“Il Carnevale, col passare degli anni, è diventato un evento sempre più articolato che presenta un programma ricco di eventi e che si estende per un periodo di circa tre settimane. La vera eccellenza del nostro Carnevale sono i carri allegorico-grotteschi, che sfilano in centro e offrono delle esibizioni spettacolari in vari punti della città ed in diversi momenti della giornata”.

Come vivono i cittadini di Acireale questa festa? Come i catanesi vivono Sant’Agata o come una festa che crea disagio e confusione in città?

“E’ vero che questi festeggiamenti penalizzano gli spostamenti in città, soprattutto per chi vive nel centro storico. D’altra parte, uno specchietto di eventi così prolungato e differenziato ne permette la fruizione anche a molti visitatori che vengono da fuori, evidenziando la vocazione turistica del Carnevale. E poi, si può approfittare per fare una bella passeggiata a piedi”.

Quanto tempo prima si comincia a pensare al vestito da mettere? Si “lavora” in gruppo o nascono anche delle competizioni?

“Questo dipende da chi deve indossare il vestito. Non tutti, ormai, hanno l’usanza di travestirsi, ma per noi giovani è ancora divertente incontrarci per le strade e vedere chi ha avuto l’idea più originale”.

E vediamo anche cosa ne pensa chi ogni anno, nel carnevale, mette tutto se stesso. Matteo Raciti è un giovane carrista, una delle figure principali del carnevale. Come nasce questo mestiere? Tradizione di famiglia o curiosità?

“Nasce soprattutto per passione, come un innamoramento improvviso, una magia. Nel mio caso la famiglia non c’entra, entrambi i miei genitori sono da sempre lontani da questo mondo e questo come ogni privazione credo abbia rappresentato un motivo importante per crearmi una realtà tutta mia”.

Quanto tempo ci vuole per costruire un carro? Come nasce l’idea o il tema? Qual è il lavoro che c’è dietro?

“Per costruire un carro ci vogliono in media 6-7 mesi. Parte tutto da un’idea che a volte risulta comune a volte è un lampo di genio di uno solo. Prima vengono creati i calchi, che daranno vita alle forme del carro. I calchi vengono riempiti con carta e colla attraverso la tradizionale tecnica del cartone romano. Questa fase dura per molti mesi, centinaia sono i pezzi in cartapesta che escono dai calchi, abili e veloci le mani che se ne occupano. Nel contempo la struttura in ferro cresce creando l’ossatura di ogni pezzo e più in generale del carro. Dopo aver passato un fondo di tempera bianca e stuccato le maschere più importanti il pittore può cominciare a pittare questi enormi mascheroni. Essenziale e unico risulta il lavoro degli elettricisti che tramite migliaia di lampadine illuminano artisticamente ogni pezzo. Dal bozzetto alla realizzazione finale il carro prende vita come un bambino, la magia sta nel vedere una cosa che in un primo momento è pura fantasia e vive nella tua testa alla creazione finale di dimensioni mastodontiche. Il mio lavoro, all’interno del cantiere, è quello della modellazione dell’argilla, maschere molto grandi realizzate con centinaia di chili di argilla sorrette da strutture in ferro per creare personaggi e forme che dopo il calco daranno vita al carro”

Pensi che i tuoi figli o nipoti faranno il tuo stesso lavoro? Saresti contento o vorresti che prendessero un’altra strada?

“Non so se i miei figli faranno questo lavoro perchè purtroppo qui non è considerato tale. Questo nega a molti giovani e professionisti del settore di sperimentarsi e sopravvivere della propria passione”

Quanto costa realizzare un carro?

“Realizzare un carro costa quasi tutto il montepremi che non comunico perchè non sono il titolare di un cantiere, ma soltanto un collaboratore. Purtroppo, come ho già detto, non si riesce a vivere realizzando un carro”

Cosa si vince e chi decide il vincitore?

“Il vincitore è sancito da una giuria composta da trenta giurati che si alternano nelle varie giornate”

E alcune curiosità le raccontano anche i veterani dei carri, come i carristi del Cantiere Ardizzone. “Nel dedicarsi ai carri la tradizione di famiglia si unisce a tanta passione. Per realizzare un carro ci vogliono circa sette mesi, il tema nasce dai ragazzi del gruppo che hanno idee più attuali. Per noi quello del carrista è un lavoro che si tramanda di generazione in generazione, di padre in figlio”.

Il Carnevale di Acireale, oltre alle suggestive e grandiose sfilate, offre anche momenti di cabaret, musica, attività per bambini, sfilate scolastiche, feste in maschera, il concorso “Carri in miniatura” e la mostra “Dentro il Carro”.

Insomma, per restare in tema carnevalesco, ce n’è di tutti i colori e l’entusiasmo di Tiziana ci ricorda che non si è mai troppo grandi per travestirsi e scendere in piazza a vivere questa magia.


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