Sembra impossibile immaginare che riguardando delle foto ingiallite scattate magari in una stazione ferroviaria per un addio o un arrivederci, quei passeggeri di quarant’anni fa impiegassero meno tempo per arrivare a destinazione rispetto a chi sale sui “moderni” treni di oggi. E invece è davvero così.
A tracciare la mappa dell’Italia a due velocità ci ha pensato Repubblica.it, che ha evidenziato come – eccezione fatta per l’alta velocità – molte delle attuali tratte su binari abbiano peggiorato le loro performance di viaggio.
Succede a chi si sposta tra Messina e Palermo ad esempio, dove l’odierno Intercity impiega ventinove minuti in più rispetto al Rapido del 1975: il primo corre a 74 chilometri all’ora, il secondo andava a 95. Anche chi dal capoluogo si muove in direzione di Trapani non può ritenersi soddisfatti. Anzi. Perché in quarant’anni le velocità medie si sono ridotte di due chilometri orari.
Il record negativo non interessa soltanto la Sicilia, considerato che dalla capitale a Pescara occorrono 24 minuti in più rispetto al ’75, 36 tra Lecco e Brescia e ben 1 ora e mezza da Taranto a Reggio Calabria.
Standard diversi e tempi record caratterizzano invece l’alta velocità, che ha pressoché dimezzato i tempi di percorrenza: tre ore meno tra Roma e Milano (2h 55’ rispetto a 5h 55’) e solo un’ora per spostarsi dal capoluogo lombardo a Torino.