Dopo il crollo della palazzina a Piazza Garraffello, a Palermo le vie della Vucciria si sono svuotate, soprattutto di acquirenti. Il mercato, già agonizzante, è sempre meno frequentato. I commercianti che in quella piazza lavorano non ci stanno. Sono infuriati, e additano il sindaco Orlando ed il Comune come responsabili del crollo che poteva provocare centinaia di vittime.
Ignazio D’Alessandro da 40 anni ha un negozio di frutta e verdura alla Vucciria e non usa mezzi termini. “Poteva essere una strage, con tutti i ragazzi che ci sono qui la sera. Sono ancora scioccato da quello che ho visto. La colpa non è nostra ma del sindaco. Con il muro con cui ha chiuso la piazza ci ha buttati in mezzo alla strada. Oggi nessuno è venuto a comprare. Una volta il sindaco è venuto alla Vucciria ed io gli ho fatto vedere che i palazzi di piazza Garraffello stavano crollando. Ha detto che entro due settimane risolveva tutto, invece niente. Ringraziamo il sindaco Orlando”.
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Gli fa eco Maria Francesca Ribuffo, anche lei negoziante: “La sera ho paura a percorrere i vicoli. Sta crollando tutto. Mia figlia aveva portato il cane fuori, si è salvata per pochi secondi“. E’ proprio Martina a raccontare di essere scampata alla morte per un soffio: “Mi ero appena allontanata dal punto del crollo. Ho sentito un rumore ed è venuto giù il palazzo. Ma il Comune cosa fa?”
Su un aspetto sono tutti d’accordo: i palazzi bisogna metterli in sicurezza “ma senza muri che ostacolano chi per vivere lavora dall’alba a tarda sera”
La riflessione comune è anche la più scontata ma inevitabile: per fortuna non c’è scappato il morto ma bisognava pensarci prima. Non è alzando muri che si garantisce la sicurezza dei cittadini bensì intervenendo su quelli che stanno crollando.