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Raddoppio Palermo-Messina Altri 46 licenziamenti nel cantiere

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Licenziamento collettivo per altri 34 operai e 12 impiegati del cantiere ferroviario Fiumetorto-Ogliastrillo. Le lettere, firmate dal rappresentante legale della Cefalù 20 sono partite ieri. Ormai al lavoro, dopo i precedenti licenziamenti, restano solo 12 impiegati e 4 operai. “Questo cantiere è ormai arrivato al capolinea. C’è il serio rischio di trovarci davanti a una nuova incompiuta” lancia l’allarme Giuseppe Guarcello, rappresentante della Fillea Cgil di Palermo. Lunedì pomeriggio Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil di Palermo saranno ricevuti dal prefetto di Palermo, al quale 15 giorni fa avevano chiesto un incontro.

La situazione di crisi non consente all’azienda di mantenere l’attuale struttura organizzativa: per questo motivo – si legge nelle lettere spedite ai lavoratori – la Cefalù 20 “ha dovuto adottare le misure idonee per contenere drasticamente i costi”. Crisi che – si giustifica l’azienda – ha avuto inizio sin dall’avvio delle attività, “per i rilevanti oneri improduttivi sostenuti durante la prolungata fase di pre-mobilitazione del cantiere, da fine 2005, data d’avvio delle prestazioni, fino all’effettiva consegna del cantiere a metà 2008”.

Una storia drammatica quella dell’appalto per il raddoppio della tratta ferroviaria partito nel 2005, con le aree di cantiere consegnate solo nel 2008, cinque cambi di direzione lavori, 54 milioni di debiti totalizzati dopo il primo anno e nel luglio del 2011 il primo licenziamento di massa di 131 operai e 18 impiegati. “L’azienda allora aveva promesso che avrebbe fatto completare i lavori a 5 aziende affidatarie, dichiarando di avere già completato il 50 per cento dei lavori – aggiunge Guarcello – Sono trascorsi appena due anni e la Cefalù 20 ha un indice di indebitamento del 401 per cento. Che credibilità ha ancora questa azienda incaricata di ‘realizzare con qualsiasi mezzo, i lavori di raddoppio di linea ferroviaria Fiumetorto – Cefalù Ogliastrillo’? E le Ferrovie, l’ente appaltante, pensa esista ancora la volontà di completare l’opera”.

La Fillea Cgil al Prefetto rappresenterà anche il rischio idrogeologico e il danno paesaggistico che si creerebbero per il territorio, sventrato dai lavori, in caso di abbandono dell’appalto a metà. “Al di là degli interessi dei lavoratori del settore edile in quest’opera – continua Giuseppe Guarcello – se il cantiere dovesse diventare un’incompiuta c’è un interesse generale che le comunità devono avvertire nel rischio idrogeologico, che diventerà sempre più marcato, nel danno economico alle attività alberghiere, nel danno paesaggistico, nei tempi di collegamento con la città di Palermo e con l’Aeroporto, Per questo invitiamo i cittadini all’attenzione e alla partecipazione, quando ce ne sarà bisogno”.


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