La scure che si è abbattuta sulla Finanziaria approvata dall’Assemblea regionale siciliana ha colpito anche i fondi per la gestione delle riverse naturali: dopo la maxi impugnativa del Commissario dello stato, drastico tagli dell’80% sui fondi necessari per garantire il funzionamento minimo delle aree naturali.
La denuncia arriva da Legambiente che teme la chiusura di alcune delle zone più suggestive della Sicilia: “Dall’Isola di Lampedusa affidata a Legambiente alle Saline di Trapani affidata al WWF, da Monte Conca affidato al Club Alpino Italiano alle Saline di Priolo affidate alla LIPU”.
I finanziamenti necessari ammontano a 4 milioni di euro ma “attualmente sono disponibili poco più di 600 mila euro, in grado di garantire lo stipendio ai 90 dipendenti solo fino al mese di febbraio e con il rischio concreto del blocco delle attività di gestione dalle azioni di conservazione degli ambienti naturali alle visite guidate, dalla sorveglianza dei territori alle iniziative di educazione ambientale e divulgazione naturalistica”.
L’associazione ha chiesto un urgente incontro con l’assessore regionale al Territorio Mariella Lo Bello per “garantire un’adeguata dotazione finanziaria per la gestione delle riserve naturali, consentire il mantenimento dei posti di lavoro”.