L’incidente avvenuto a Catania dove ha ceduto il basolato di marmo che costituisce il ballatoio di un antico balcone causando il ferimento di una giovane che stava seguendo la festa della santa Patrona di Catania, ricorda tristemente un incidente analogo avvenuto a Palermo alla fine degli anni ’90.
> LE FOTO DEL BALCONE CROLLATO
Lo stesso tipo di balcone, lo stesso tipo di ballatoio, lo stesso tipo di cedimento e, anche in quel caso, una giovane donna ferita mentre assiste alla festa della santa patrona della città, in quel caso Santa Rosalia.
Inutile ripercorrere le polemiche di allora, ribadire l’identità della sfortunata giovane palermitana rimasta su una sedia a rotelle perché colpita alla testa dai pezzi del balcone crollato e dunque vittima di una schiacciamento vertebrale.
Colpiscono le analogie che accomunano, piuttosto che dividere, anche in eventi nefasti, Palermo e Catania, santa Rosalia e Sant’Agata, le due giovani devote sfortunate e le due patrone di città così diverse ma così simili.
Naturalmente l’augurio che l’incidente catanese abbia conseguenze meno gravi rispetto a quello palermitano ma tutto questo pone una domanda. E’ possibile preservare il patrimonio storico costituito anche da balconi d’epoca come quelli crollati a Palermo e Catania e al tempo stesso garantire la sicurezza dei tanti devoti, dei turisti o dei semplici curiosi?
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> Sant’Agata, Carrozza del Senato
(nella foto l’ultima edizione del festino di Santa Rosalia)