Avrebbe realizzato una discarica non autorizzata priva di protezioni per il terreno, nonché la gestione abusiva, il deposito e l’abbandono incontrollato di rifiuti, anche pericolosi. Sono questi i reati contestati dalla Procura di Palermo e per i quali i carabinieri hanno posto sotto sequestro il patrimonio aziendale dell’impresa individuale “Ribaudo Salvatore”, compreso di ben 16 mezzi di movimento terra, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.
L’area individuata si trova a margine del quartiere Falsomiele (> GUARDA LE IMMAGINI <), a poco meno di 300 metri dal centro abitato e in un’area rurale di oltre 4.000 metri quadrati immersa negli agrumeti di un terreno trascurato dai legittimi proprietari per ragioni di eredità.
Devastanti i danni provocati dall’impatto ambientale di una sconsiderata gestione dei rifiuti, le cui dimensioni appiattite hanno un valore medio stimato di circa 6.500 metri cubi.
Le indagini hanno infatti documentato, in appena 70 giorni, 58 episodi di smaltimento di ogni tipo di materiale: amianto, mercurio, eternit e perfino un cavallo deceduto. Sostanze pericolose selvaggiamente scaricate ed interrate sopra una falda acquifera che rifornisce i pozzi dei vicini terreni agricoli coltivati ad agrumi.
Le indagini dell’operazione denominata “Rifiutiamoli”, sviluppate dalla fine del 2012, nascono dalle evidenze raccolte dai militari attraverso servizi di osservazione che hanno permesso di filmare conferimenti e smaltimenti abusivi nonché di ricostruire la fitta rete commerciale creata da Salvatore Ribaudo – legale rappresentante e gestore dell’omonima impresa accreditata per la raccolta ed il trasporto di rifiuti non pericolosi –, unitamente al figlio Claudio, volta a rendere “professionalmente” al pubblico servizi fondati sul riciclaggio illecito dei rifiuti, non curandosi del fatto che gli stessi fossero pericolosi o meno, e sul loro completo trattamento abusivo.
La moltitudine dei trasporti di ogni tipo di rifiuto era coperta attraverso la redazione di false attestazioni documentali, svolta a cura della dipendente e figlia del titolare Veronica Ribaudo.
Le intercettazioni telefoniche (> GUARDA IL VIDEO <) effettuate hanno comprovato come il gestore, con la collaborazione del figlio e fedelmente coadiuvato dal dipendente Francesco Ginex, sia stato in grado di sovrintendere ad una fitta rete di clienti ai quali ha fornito, con conferimenti a cadenza giornaliera al costo medio di 250 euro a trasporto, servizi incontrollati di smaltimento e riciclaggio di rifiuti anche pericolosi con un devastante impatto ambientale e una preoccupante indifferenza per la salute pubblica.