Le strade sono piene di buche e fioccano le richieste di risarcimento danni da parte di automobilisti e motociclisti che finiscono con le ruote dentro le crepe più o meno grosse del manto stradale provocando non solo guasti alle auto, ma anche ferite serie. Anche nel 2013 il trend non è cambiato. In linea con quello degli anni passati. Ben 570 istanze presentate da automobilisti inferociti per avere distrutto la vettura a causa dell’ennesima buca nella strade colabrodo del capoluogo. Nel 2012 le richieste erano state circa 550. Nel 2011 ancora 540, mentre nel 2010 ne erano state presentate 583. Il picco si era toccato nel 2009 con 695, mentre nel 2008 557.
“Ogni anno più o meno le richieste di risarcimento danni si equivalgono – dice il dirigente del servizio Giuseppe Spata – Su questi incidenti gli uffici danno il massimo dell’assistenza”. Una montagna di causa che vede il Comune nella maggior parte dei casi soccombere spendendo somme cospicue. Le cause degli incidenti e delle richieste di danni sono sempre le stesse. Oltre le buche in strada, i contenziosi si aprono anche per i danni provocati dai tombini dissestati e anche, un fenomeno sempre più in crescita negli ultimi anni per i cumuli di rifiuti per strada.
Numerose le richieste giunte nelle settimane dell’emergenza provocata dalla spazzatura non raccolta. Una lotta davvero impari per l’automobilista e motociclista palermitano che deve fare i conti anche col mondo variegato delle buche. C’è la buca che si forma dal cedimento del manto stradale, quella che è figlia dell’inefficienza del ripristino da scavo, ma anche quella che si genera per la presenza di gallerie naturali o per rotture improvvise di tubazioni sotterranee. Tutte, hanno però un comune denominatore: sono veramente pericolose. In soccorso degli automobilisti è intervenuta anche la Cassazione che ha sostenuto che è la Pubblica amministrazione che deve garantire la sicurezza nelle strade.
Il risarcimento del danno può essere negato solo quando il conducente del veicolo supera il limite di velocità imposto e quando la buca è segnalata. Per questo prima di procedere ad una richiesta di risarcimento danni va valutata la dinamica dell’incidente. E’ ormai pacifico, come ribadito dalla Cassazione, che a pagare sia il Comune considerato responsabile perché è l’ente sui grava l’obbligo di vigilanza, controllo e manutenzione per l’incolumità del pubblico transito.
Bisogna però seguire un iter preciso per ottenere quanto dovuto dal Comune. “In caso di danno alla vettura causato da una buca o dal fondo stradale dissestato per prima cosa serve la prova – spiega l’avvocato Aurelio Romanelli – Per questo si devono chiamare i vigili urbani per accertare il fatto e stilare un verbale. Poi si deve inviare successivamente la richiesta di risarcimento del danno all’ente locale proprietario della strada (in genere il Comune) con il preventivo dei danni, provare che la buca non era segnalata”. Da questo momento la Pubblica Amministrazione attiva la polizza di responsabilità civile verso terzi “Infine – aggiunge l’avvocato – la stessa procedura vale anche per i danni ai quali la buca o il dissesto stradale abbiano provocato ad una persona fisica. In questo caso cambia solo la documentazione richiesta (quali ad esempio perizie mediche legali) per quantificazione del danno”. Nel caso di rimpallo di responsabilità tra il Comune e l’impresa esecutrice della manutenzione sarà un giudice a stabilire chi dovrà risarcire il danno.