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Inaugurazione anno giudiziario Scuto: “Un bilancio in chiaroscuro”

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Si inaugura con la tradizionale cerimonia al Palazzo di giustizia l’anno giudiziario a Catania e con la relazione del presidente della Corte d’Appello Alfio Scuto. Relazione che ripercorre i mesi che vabnno dal primo luglio 2012 al 30 giugno 2013.

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“E’ un bilancio dell’Amministrazione distrettuale della Giustizia in chiaroscuro, che riflette l’analoga condizione dell’intero sistema-Paese, ove si agitano e confondono speranze di ripresa, ansie di rinnovamento, sentimenti di sconforto”: sono le conclusioni del presidente della corte d’Appello di Catania Alfio Scuto nella relazione annuale sull’andamento giudiziario.

“In tale problematico contesto e nonostante limiti e manchevolezze – ha aggiunto Scuto – che non si vogliono certo sottacere, può serenamente affermarsi che la Magistratura tutta, nella sua componente giudicante e in quella requirente, non ha lesinato sforzi per corrispondere al meglio alle aspettative di Giustizia dei cittadini ed ha conseguito, anche quest’anno, i migliori risultati possibili per assicurare la tutela dei loro diritti, sia in campo civile che in quello penale”.

ORGANIZZAZIONE GIUDIZIARIA - Illustrando la relazione annuale il presidente della corte d’appello di Catania Alfio Scuto ha affrontato la questione che ha riguardato l’organizzazione giudiziaria con la quale è stato  ridefinito l’assetto territoriale degli uffici giudiziari italiani.

“Presso questo distretto – ha spiegato Scuto – la riforma ha interessato la soppressione del glorioso  Tribunale di Modica, con la corrispondente Procura della Repubblica,  accorpati ai corrispondenti Uffici di Ragusa, e di tutte le Sezioni distaccate di Tribunale. Non si è trattato di decisioni indolori, soprattutto nel sentire delle  popolazioni residenti e delle loro legittime aspettative di Giustizia”.

“Nel primo  caso – ha spiegato Scuto – la soppressione ha riguardato la chiusura di un ufficio giudiziario dalla storia centenaria, che affondava le proprie radici nel XIV secolo allorché, con  decreto del 27 febbraio 1361, Federico IV d’Aragona concesse a Federico  Chiaramonte l’esercizio del potere giurisdizionale nella Contea di Modica.  Nel caso delle sezioni distaccate di tribunale si è trattato della conclusione  dell’esperienza del pretore mandamentale, figura tuttora indimenticata, ma che era sopravvissuta in forme ormai sbiadite e poco convenienti”.

Per Scuto è stata così “portata a compimento quell’importantissima, attesissima revisione  della ‘geografia giudiziaria’ che, invocata da decenni in funzione di  una razionalizzazione del risalente reticolo giudiziario e di una maggiore efficienza dei relativi servizi si è piuttosto realizzata nell’ottica dell’impellente operazione di spending review nella Pubblica Amministrazione.  In prospettiva si intravede, come già si ebbe modo di prospettare nella  precedente Relazione – ha concluso Scuto – un nuovo modello di Amministrazione della Giustizia,  che ‘punta’ su figure specializzate di giudice, sull’implementazione dei processi  di informatizzazione e telematizzazione della giurisdizione e dei servizi giudiziari, sull’immissione di personale amministrativo con qualifiche adeguate alle moderne metodologie del lavoro, sulla formazione e sull’aggiornamento”.

Riguardo il tribunale di Catania per Scuto ”restano peraltro forti le preoccupazioni per i profili logistici di gestione dell’accentramento delle ben sette sezioni distaccate  già presenti nel circondario, costituendo questo un problema ulteriore e  più urgente rispetto a quelli che ormai da anni affliggono l’allocazione degli  uffici giudiziari catanesi”.

ORGANICO DI MAGISTRATURA - “Il buon andamento della giurisdizione civile e penale continua ad essere fortemente penalizzato dai vuoti d’organico del personale di magistratura lamentati,  in misura maggiore o minore, da tutti gli Uffici del distretto. Allo stato le  scoperture del distretto si attestano su una percentuale media del 14,51% per  gli Uffici giudicanti (15,63% in campo nazionale) e hanno raggiunto addirittura  quella del 19,15% per gli Uffici requirenti (14,86% in campo nazionale, fonte C.S.M.)”.

“Per gli Uffici periferici – ha aggiunto Scuto – vanno pure segnalate le difficoltà gestionali derivanti  dal frequente avvicendamento dei magistrati, in genere di prima nomina,  e dai non brevi tempi di copertura delle relative posizioni vacanti”.

Scuto ha anche rivelato la denuncia da parte del  Presidente del Tribunale di Catania ha segnalato che la stessa “pianta organica di quel personale di magistratura dovrebbe essere aumentata di non meno di venti unità, dieci delle quali da riservare alla sezione della materia  del lavoro che attualmente versa in una situazione assai grave, con conseguenze  dirompenti per la tutela dei diritti in quel delicato settore, soprattutto in un momento  storico segnato da una gravissima crisi economica”.

“Ancora più grave, e ormai quasi drammatica ed insostenibile – ha concluso Alfio Scuto – si presenta la situazione d’organico del personale amministrativo, deficitaria soprattutto  a causa dei continui pensionamenti dei dipendenti d’età avanzata, avvenuti praticamente senza una corrispondente immissione di nuove e più fresche  risorse umane ormai da più di un decennio. Presso la Corte d’Appello è segnalata,  al 30 giugno 2013, una scopertura ormai superiore al 25% (era del 23% lo scorso anno), con un previsto aggravamento della situazione allorché,  a breve, parecchi dipendenti di provata capacità ed esperienza andranno in  pensione”.

Scuto ha anche rivelato: “Il Presidente del Tribunale di Catania ha addirittura paventato il rischio di  una paralisi di alcuni essenziali servizi. Più in dettaglio sono state segnalate le  carenze riguardanti il personale con qualifica di “funzionario giudiziario”, cui  sono contrattualmente attribuite ampie e delicate funzioni di cancelleria e che, rispetto alle 64 unità previste in organico presso quel Tribunale, è presente  solo in numero di trentadue dipendenti, di cui due prossimi al pensionamento.

SITUAZIONE LOGISTICA - “La situazione logistica del Tribunale di Catania continua ad essere estremamente precaria ed indecorosa. Salvo poche eccezioni mancano, anzitutto, con riferimento all’edificio sito in piazza Verga, gli uffici per i magistrati, gran parte dei quali sono costretti a condividere spazi già di per sé angusti e del tutto inadeguati”.

“Insufficienti – ha aggiunto Scuto – sono, poi, le aule per lo svolgimento delle udienze civili, poco decorosamente svolte nelle stesse stanze occupate, peraltro in maniera condivisa, dai giudici. Migliore sorte non tocca al personale amministrativo, costretto anch’esso ad operare, di regola, per troppe unità in un unico ambiente, spesso per di più occupato da pile di fascicoli e da armadi, con conseguente riduzione degli spazi vitali disponibili, e ciò anche a non voler tenere conto del quotidiano accesso degli utenti”.

“Il Tribunale di Catania denuncia la situazione, ormai ingovernabile e fonte di gravissimi disservizi, oltre che di concreto pericolo, in relazione ai locali destinati ad archivio e di quelli destinati alla custodia dei corpi di reato, i quali, a causa del continuo affluire di una massa incontenibile di fascicoli e di una sempre crescente quantità di corpi di reato, ormai da tempo sono più che saturi, con la conseguenza devastante che una considerevole mole di fascicoli è ferma nei locali destinati ad ufficio (o addirittura nei corridoi) e una notevole quantità di corpi di reato è trattenuta, per mera benevolenza, dalle stesse Forze dell’Ordine operanti; inoltre, a seguito della ubicazione, per lo più in piani interrati, e della vetustà, detti locali sono divenuti pericolosi per la salute degli addetti e, di fatto, nella gran parte dei casi risultano inagibili e tali sono stati dichiarati con provvedimento del Presidente del Tribunale. Va, tuttavia, rappresentato che il Comune di Catania ha finalmente, benché ancora in parte, provveduto positivamente, mettendo a disposizione per gli uffici giudiziari, e segnatamente per il Tribunale, nuovi locali destinati ad archivio nella locale via S. Giuseppe La Rena”.


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