Arrivano i primi avvisi di garanzia sulla morte di Provvidenza Grassi. Il sostituto procuratore Diego Capece Minutolo, che indaga sulla morte della donna trovata dopo sei mesi sotto il viadotto, ne ha spediti sei ad altrettanti commissari e responsabili tecnici del Consorzio autostrade.
Secondo l’ipotesi del magistrato la causa della morte della donna, trovata all’interno della 600, potrebbe essere la cattiva manutenzione della tangenziale di Messina. Da una prima analisi la barriera da dove sarebbe uscita l’auto di Provvidenza non era malconcia, peggio.
Forse un guard rail adeguato, o una apposita segnalazione di pericolo, avrebbero potuto salvare la vita della ragazza. Proseguono le indagini degli investigatori sulla morte di Provvidenza Grassi, 27 anni, scomparsa a Messina la notte tra il 9 e 10 luglio e il cui cadavere è stato trovato dopo sei mesi sotto il viadotto di uno svincolo autostradale, in mezzo a dei cespugli, accanto alla sua Fiat 600. Gli inquirenti al momento ritengono che la pista più probabile sia quella dell’incidente autostradale autonomo.
Dai primi rilievi, infatti, è emerso che sarebbe stato molto difficile spingere giù l’auto nel punto in cui è precipitata. Si indaga per capire perché nessuno abbia notato che in quel punto il guardrail fosse già in cattive condizioni e che un pezzo della targa dell’auto di Provvidenza fosse visibile.
I magistrati hanno nominato un consulente per ricostruire la dinamica dell’incidente e stanno valutando eventuali omissioni. I familiari della ragazza non credono però alla tesi dell’incidente e nomineranno anche loro un perito per ricostruire la traiettoria e le condizioni meccaniche dell’auto.