Un dolore silenzioso e composto fino alla fine. Anche nel giorno dell’ultimo saluto a Maria Concetta Velardi, la vedova di 59 anni, uccisa a colpi di pietra alla testa e al viso, lungo uno dei viali del cimitero di Catania.
E’ il dolore dell’unico figlio rimasto in vita, Fabio Matà e dei familiari della vittima.
Oggi, nella chiesa della Madonna del Carmelo, in via Pietro Novelli, padre Francesco Leonardi., ha celebrato i funerali di Maria Concetta Velardi.
Il ricordo commosso della nipote Gina, figlia del fratello di Maria Concetta Velardi – “Io credo che gli angeli non siano stati fatti per stare sulla terra ecco perché la famiglia di mia zia, alla fine, che era una famiglia pulita e di quelle che al giorno d’oggi è difficile incontrare perché si amavano tutti in maniera veramente grande, si è riunita così. Alla fine anche mia zia è tornata dai suoi cari, si è ricongiunta a loro, nel modo peggiore, ma quello che era un luogo di vita per lei è diventato anche il suo luogo di morte”.
Il delitto del cimitero non ha ancora un movente, né un responsabile. Gli investigatori non escludono la pista passionale, né quella per rapina. E c’è anche la pista del maniaco. “L’unica cosa che a volte un po’ mi offende – ha continuato la nipote Gina Velardi – e mi dà fastidio è che non avendo nessun indizio, nessuna prova, venga infangata al memoria di mia zia perché si parla di corteggiatori, di pretendenti”.
Maria Concetta era vedova da molti anni. Una donna bella, forte , ma segnata dal dolore – “La foto di mia zia che si vede sui giornali, di quella donna sorridente e bionda – ha concluso Gina – effettivamente non corrisponde a quella che mia zia era nella sua quotidianità. Perché era una donna alla quale si poteva leggere solo il dolore nel viso, quindi non poteva assolutamente produrre delle idee di desiderio”.
Nel giorno dell’ultimo saluto, la nipote Gina a nome della famiglia vuole solo la verità – “Io credo soltanto che ci sia un pazzo in giro che in maniera assurda e feroce abbia ucciso una donna innocente che onorava ogni giorno i suoi morti al cimitero ed è morta per questa ragione. Nessuno ci restituirà la zia Maria Concetta, però è giusto che si faccia giustizia, potrebbe capitare ad ognuno di noi”.
Il commento dei colleghi di Maristaeli - “Se si potesse descrivere in una parola sola l’amico e collega Fabio, la bontà è sicuramente tutto quello che è. Non c’è qualcuno che può dire una parola diversa da questo. La disponibilità, la gentilezza, l’educazione: tutto. E’ una persona perbene”.
Da ventidue anni arruolato in Marina, Fabio Matà è l’autista del comandante della Stazione, il comandante di vascello Andrea Cottini. “Se non fosse un uomo fidato, non potrebbe ricoprire questa mansione…”, sussurra uno dei colleghi della base.