Potrebbero alla fine essere 150 i collaboratori parlamentari (i cosiddetti ‘portaborse’) assunti dai gruppi dell’Ars. Persone contrattualizzate in tutta fretta dai deputati sfruttando la legge che garantisce sino a fine legislatura a ogni parlamentare un budget di 3.180 euro al mese per i contratti fatti prima del 31 dicembre 2013.
Grazie a quella norma negli ultimi giorni dell’anno, infatti, si sono moltiplicati gli incarichi esterni. E oggi, per via di quella norma e della sua sfrenata applicazione, a Palazzo dei Normanni si è raggiunta la percentuale record di tre portaborse a deputato.
Si tratta di un unico calderone nel quale si trovano assistenti dei singoli deputati, dei gruppi parlamentari e degli uffici di segreteria del Consiglio di presidenza. Ma anche esperti di diritto, di contabilità, di comunicazione, addetti amministrativi di segreteria, autisti.
Il calcolo non comprende i collaboratori “stabilizzati” che da anni sono a disposizione dei gruppi, altrimenti dovremmo aggiungere altre 85 persone al conteggio.
Questa nuova ‘sprecopoli’ comprende tutti: grillini compresi, come ha tenuto a gridare in Aula l’ex M5S Antonio Venturino. Sono 29 i consulenti (in aggiunta ai 5 ‘stabilizzati), del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’ Ars, la metà dei quali reclutati last minute per ottenere il diritto al rimborso di 3.180 euro al mese per ogni deputato regionale su contratti firmati entro il 31 dicembre.
Ma i grillini non sono stati i soli a utilizzare l’intero budget a disposizione, sfruttando la finestra aperta dalla legge sulla Spending review.Lo stesso hanno fatto tutti gli altri gruppi all’ Ars: Pd, Pdl (in attesa che Forza Italia e Ncd separino i beni, portaborse compresi), Udc, Articolo 4, Megafono e Drs.