Tre disegni di legge, cinque tra interrogazioni e interpellanze e quattordici anni di attesa. Sono i numeri legati al destino dei 97 assistenti tecnici restauratori vincitori di un concorso indetto nel 2000 dall’assessorato regionale dei Beni culturali e tutt’oggi in attesa di assunzione.
Monumenti e opere dell’Isola hanno bisogno di loro, il ministro D’Alia li appoggia e i gruppi parlamentari all’Ars sono schierati quasi all’unanimità dalla loro parte. “E’ un caso che rischia di finire nel guinness dei primati“, commenta a BlogSicilia Andrea Patti, portavoce del Comitato per la tutela dei beni culturali che da anni segue da vicino le sorti dei 97 restauratori.
Prima un disegno di legge presentato dal deputato regionale Gino Ioppolo del gruppo Lista Musumeci, poi un secondo ddl a firma del presidente della V Commissione Cultura, formazione e lavoro all’Ars Marcello Greco (Drs) mirano ad aprire le porte all’inserimento dei restauratori.
All’Ars, in queste ore, tra gli emendamenti alla legge di stabilità regionale, anche il deputato e segretario regionale del Centro democratico Pippo Gianni si schiera a favore della deroga al blocco delle assunzioni previsto da una legge regionale del 2008 con un emendamento aggiuntivo, “consapevole dell’importante valenza del patrimonio culturale siciliano, anche ai fini dello sviluppo turistico del territorio”.
I protagonisti loro malgrado di uno dei primati negativi dell’Isola non perdono le speranze ma denunciano: “Alle parole non seguono i fatti. Dopo 14 anni siamo ancora qui”. “Per il presidente Crocetta, che ha fatto della meritocrazia il suo cavallo di battaglia – precisa Andrea Patti -, è questo il momento di intervenire. Ci dimostri che davvero in Sicilia qualcosa sta cambiando”.