Mentre si litiga su tutto fra bilancio e finanziaria durante la corsa contro il tempo per giungere ad una approvazione senza ricorrere all’esercizio provvisorio, il presidente della Regione difende la manovra e l’operato del suo governo in questo anno o poco più rilanciando già l’idea di Ivan Lo Bello di un “superpresidente” della Regione con maggiori poteri.
“Il mio governo immobile? Stiamo bonificando la palude della Regione e la risalita è faticosa, anche perché nelle paludi si scivola e io cerco di non scivolare. Di solito ci riesco” dice Crocetta in un’intervista al quotidiano “La Sicilia”, nella quale commenta le critiche mosse da Ernesto Galli Della Loggia alla sua giunta, dalle colonne dello stesso giornale ma affronta, a tutto tondo, le questioni di questi giorni.
“Gli sembra facile a Galli della Loggia mandar via sessanta dirigenti della Sanità come sta facendo Lucia Borsellino, oppure togliere il sussidio a 77 ex Pip (lavoratori dei piani di inserimento professionale, ndr) che erano mafiosi incarcerati? La realta’ contro cui dobbiamo combattere è questa – sottolinea Crocetta -. Certo che c’è la mafia, cè da 160 anni, se avessi il potere di cancellare la mafia sarei un mago. Ma la Sicilia sta reagendo, ci sono commercianti che denunciano chi gli chiede il pizzo. La mafia ha perso anche il controllo dei pubblici appalti e si sta spostando sempre piu’ nelle regioni ricche del Nord, aveva ragione Sciascia quando diceva che la linea della palma corre verso Nord, eppure regioni come Piemonte e Lombardia hanno fatto in fretta a ripulire la facciata e così quando si parla di mafia siamo rimasti solo noi con il cerino acceso”.
Crocetta ne ha per chiunque si permetta di dissentire “A scrittori analisti come Galli della Loggia, o Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo viene facile rinfacciare alla Sicilia tutte le passate magagne evitando di dire che qualcosa è cambiata. Noi in qualche modo stiamo facendo il possibile e anche di piu’”
Ma il vero affondo politico è quello sulle riforma in vista delle quali si affaccia la figura del “superpresidente della Regione” lanciata dal vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello secondo il quale il presidente della Regione dovrebbe avere più poteri: “Lo Bello ha centrato il problema – dice Crocetta -, perché lo statuto speciale siciliano è una bella incompiuta, non da’ al presidente una maggioranza, c’è un presidente eletto, ma non c’è la certezza che abbia una maggioranza”.
Crocetta non si lascia sfuggire l’occasione per un affondo contro l’Assemblea regionale siciliana: “Diciamo la verità, l’Ars fa due passi avanti e uno indietro: ma una serie di riforme si stanno facendo. Il giudizio negativo sulla classe politica? Lo Bello e’ più libero di me, ma non si può generalizzare. Tra le proposte c’e’ l’introduzione del decreto presidenziale, e sarebbe una novità importante, basterebbe ricalcare quanto avviene a livello nazionale. Anche gli assessori regionali hanno cosi’ tanta autonomia da sembrare corpi separati dalla giunta di governo. Certo li posso anche cambiare, ma la parola rimpasto non mi piace perché presuppone trattative con i partiti, quei pasticci intriganti che erano il pane della vecchia politica. Oggi non è più il tempo delle contrattazioni, la gente ha fretta di vedere il miglioramento delle situazioni. Non gliene frega niente della politica. Ma io non ho la bacchetta magica. Si’, concordo con Ivan”.