Chiarezza e trasparenza: è quanto chiedono i lavoratori a progetto del call center Almaviva di Palermo. La conclusione del mese sta sancendo la scadenza dei contratti di lavoro a progetto e se per molti si è aperta la porta del rinnovo mensile per gennaio 2014, altri operatori resteranno a casa.
Si tratta di coloro che, nella famosa “lista di prelazione” stilata in conseguenza dell’atto di conciliazione con l’azienda, si trovano nelle posizioni più basse. Ma esattamente dove? Tra gli operatori, qualcuno racconta di essersi rivolto all’ufficio del personale per conoscere il proprio numero in graduatoria ma senza risposta, o meglio la risposta si sarebbe tradotta in un diniego per motivi di privacy legati alla presenza di dati personali.
“La graduatoria deve essere pubblica, per comprendere quali siano stati i criteri sulla cui base è stata stilata – commenta a BlogSicilia il segretario generale Slc-Cgil Palermo Maurizio Rosso –. Allo stesso modo, è indecente che chi ha firmato il secondo atto di conciliazione non sia stato ancora richiamato a lavoro”.
Dopo settimane di proteste, lo scorso ottobre gran parte degli operatori Almaviva delle due sedi palermitane di via Marcellini e via Cordova aveva firmato il contestato verbale di conciliazione che a detta dei lavoratori annulla i diritti lavorativi pregressi maturati. All’inizio di dicembre, altri cento operatori si erano poi uniti al bacino di prelazione firmando la seconda versione del documento.
Nel frattempo, i sindacati gli scorsi giorni sono tornati a invocare l’intervento del governo regionale affinché conceda l’utilizzo di un immobile confiscato alla mafia come nuova sede Almaviva a Palermo ed eviti la perdita di 4mila posti di lavoro a rischio. Per chi intanto resta a lavorare, le certezze lavorative crollano a ogni fine mese.