Si è tenuto alla direzione generale dell’Enac un incontro presieduto dal direttore centrale coordinamento aeroporti, Giuseppe Daniele Carrabba, con i vertici e i responsabili delle società di gestione degli aeroporti di Catania, Palermo e Comiso, e con i rappresentanti dei comitati delle compagnie aeree presenti su questi scali.
Si è trattato di una prima riunione per ottimizzare ulteriormente le comunicazioni agli utenti nei casi di limitazioni e chiusure degli scali della Sicilia orientale per la presenza di cenere vulcanica dell’Etna.
Catania e Palermo riescono a sostenere un traffico pari a circa 50 movimenti aerei l’ora, ma con la riunione di ieri è stata discussa per la prima volta la possibilità di tenere in considerazione Comiso come scalo alternativo in caso di emergenza cenere tenendo conto, ovviamente, delle limitazioni strutturali dello scalo ragusano.
“Il confronto – si legge in un nota dell’ Enac – ha riguardato le criticità nella gestione di informazioni complete e tempestive verso i passeggeri che vedono i propri voli riprogrammati, cancellati o dirottati su altri scali. I presenti hanno convenuto sulla necessità di elaborare una procedura che verrà seguita dagli operatori degli scali coinvolti nelle limitazioni e chiusure causate dalla cenere”.
“La procedura verrà redatta dall’Enac – conclude la nota – con la partecipazione di vari soggetti che, ognuno per la propria parte di competenza, forniranno elementi sia sulle criticità riscontrate negli episodi verificatisi nelle ultime settimane, sia sulle soluzioni più idonee per superare tali difficoltà, sempre con l’obiettivo di limitare il più possibile i disagi ai passeggeri”.
Soddisfazione è stata espressa Rosario Dibennardo, presidente della Soaco (la società che gestisce i servizi dello scalo di Comiso) che considera un passo importante “anche solo il ragionare sull’eventualità che Comiso possa essere l’aeroporto alternato di Fontanarossa”.
“Siamo consapevoli che il “Magliocco” non è certo paragonabile come dimensioni alle aerostrutture catanesi e palermitane- dice Dibernardo – ma già fungere da alternato di Catania per 4 voli l’ora, in caso di necessità, sarebbe per noi un successo, da considerare l’ennesimo tassello di una strategia che vede il nostro scalo crescere sempre più, acquisendo la “fisionomia” di un aeroporto di peso nel panorama degli scali del Sud Italia”.
La questione dello spazio aereo, della necessità di individuare delle soluzioni rapide in caso di emergenza cenere, era stata sollevata dall’Ad di Sac (la società che gestisce Fontanarossa), Gaetano Mancini, in occasione dell’eruzione dell’Etna dello scorso 15 dicembre che aveva paralizzato il traffico aereo in Sicilia orientale.
“Sono davvero molto grato al direttore centrale del Coordinamento Aeroporti dell’Enac, per aver voluto accogliere le esortazioni della Sac. Sicuramente si tratta di un primo passo per poter utilizzare lo scalo di Comiso quale alternato di quello di Catania in caso di necessità, ovviamente nel rispetto dei limiti operativi dell’aerostruttura casmenea”, ha dichiarato Gaetano Mancini.
La società di gestione dell’aeroporto di Catania, insieme a un socio privato controlla, tramite la Intersac, il 65% della Soaco.