Uso di materiali scadenti o comunque diversi per quantità e qualità da quelli pevisti nel capitolato d’appalto, evasione fiscale e mancato controllo da parte del responsabile unico del procedimento. Sono i reati ipotizzati dalla Guardia di Finanza che indaga sull’esecuzione dell’appalto per la realizzazione del porto di Marina di Ragusa.
L’evasione ammonterebbe a circa 8 milioni di euro. Secondo le indagini della fiamme gialle, effettuate su delega del procuratore di ragusa Carmelo Petralia, l’impresa appaltatrice avrebbe fatturato utilizzando una aliquota iva sugli acquisti inferiore a quella di legge. Con questo stratagemma sarebbe stata portata a termine l’evasione fiscale.
Sotto inchiesta anche il Responsabile Unico del Procedimento che avrebbe dovuto vigilare e, verificata la situazione,a vrebbe dovuto procedere alla revoca dell’appalto. La ditta, infatti, ai controlli della finanza è risultata inadempiente ad alcune clausole contrattuali previste dal capitolato speciale d’appalto.
Ma a creare maggiore apprensione è l’uso di materiali che sembrano non adatti alla realizzazione del porto. Infatti è stato constatato che quanto impiegato non corrisponde alla previsione contrattuale sia nella quantità che nella qualità. Difformità sono state riscontrate anche nella realizzazione di alcune opere rispetto all progetto approvato dalle autorità competenti.
L’indagine condotta dalla compagnia di Ragusa dei baschi verdi, era tesa ad appurare la corretta esecuzione delle opere e delle attività fiscali e di fatturazione attraverso controlli incrociati anche sugli acquisti realizzati dalle aziende appaltanti. La verifica proprio degli acquisti è essenziale nella gestione dei progetti di costruzione che prevedono investimenti privati con il sistema del project financing, come in questo caso.