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Pirandello lascia Agrigento, il 50° Convegno si farà a Terrasini

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Pirandello costretto ad emigrare dalla sua Agrigento. Dopo 50 anni il Convegno nazionale di Studi Pirandelliani lascia l’antica Akragas per approdare a Terrasini e Palermo dove si svolgerà dal 4 al 7 dicembre tra il complesso alberghiero di Città del Mare e il Teatro Biondo.
Un’amara sorpresa per gli 800 studenti provenienti da 18 province italiane, e 6 università internazionali che speravano di poter scoprire la città dei Templi che ha dato i natali al premio Nobel.

Il Palacongressi di Agrigento, unica struttura adatta a contenere l’elevato numero di partecipanti è chiuso da un anno. Una scelta obbligata dunque lo spostamento della sede del Convegno, che già l’anno scorso aveva dovuto trovare riparo al Palamoncada. Poi erano iniziati i lavori di preparazione dell’edizione successiva, nella speranza che qualcosa accadesse. Invece niente di fatto.

La notizia del Convegno fuori Agrigento, passata quasi sotto silenzio, non può che suscitare delusione, perché è davvero difficile non ritenere che quanto accaduto non faccia un po’ perdere il senso dell’evento.
Enzo Lauretta, presidente del Centro Nazionale di Studi Pirandelliani spiega: “Dopo il Palacongressi di Agrigento e Città del Mare non c’è nessun altro luogo in Sicilia che possa ospitare tanti convegnisti. Non potevamo fare altrimenti“.

Ma è possibile che il Comune di Agrigento non sia intervenuto? Lauretta risponde senza esitazione: “C’è una colpa palese, evidente. Non trovare 50 mila euro, perché tanti ne servivano per aprire il Palacongressi, è un fatto gravissimo per una città come Agrigento, che rimane sulla coscienza del sindaco Zambuto“.

Colpe strettamente ‘locali’ ma non solo. Il Palacongressi infatti, di proprietà della Regione, è nella lista dei beni messi in vendita dalla stessa già nell’autunno dello scorso anno per fare cassa. Prima della cessione ad altri, si penserà, potrebbe essere utilizzato. Non è così, perché mancano sempre i fatidici 50 mila euro per i lavori di adeguamento necessari ad ottenere il rinnovo del certificato di prevenzione incendi, che una volta scaduto ha decretato, senza che nessuno potesse aspettarselo, la chiusura della struttura.

Come se non bastasse, il Centro nazionale Studi Pirandelliani, dal 1967 la più autorevole istituzione culturale internazionale dedita allo studio e alla divulgazione delle opere di Pirandello, nel 2013 non ha ricevuto alcun contributo. I fondi del Turismo e dei Beni culturali, che un tempo ammontavano a 100 mila euro sono stati tagliati. E dopo l’abolizione della tabella H, bisogna spartirsi tra molti le poche risorse disponibili. “Alla Regione – riferisce Lauretta – ancora devono capire che genere di contributo dare. E’ una vergogna”.

Mancanza di fondi, disinteresse e miopia delle istituzioni, fatto sta che Agrigento ha perso un’importante occasione di visibilità nonché gli incassi turistici legati all’evento, i cui benefici culturali ed economici sono indubbi. Quest’anno, che coincide con il giubileo del convegno, si farà il punto dell’opera di Pirandello attraverso tutti i convegni precedenti.

Città del Mare ha offerto 15 mila euro, il Comune di Palermo il patrocinio gratuito così come la disponibilità del Teatro Biondo per la serata conclusiva di consegna dei premi. Il resto dei soldi necessari verrà recuperato dalla vendita agli studenti dei tesserini che consentono loro di partecipare alle escursioni a Segesta e Palermo e usufruire dei transfer necessari, ma i soci del Centro Studi non escludono di doversi autotassare.

Per il futuro, non si sa ancora se il convegno potrà tornare in patria. E a chi fosse rimasto deluso dalla nuova location non resta che apprezzare una città che Pirandello amò molto durante gli anni del liceo e poi dell’Università, sino al trasferimento in Germania dove si perfezionò negli studi che contribuirono a renderlo maestro di quell’arte delle parole che lo ha consacrato tra i maggiori letterati al mondo.

Pirandello significa Agrigento – commenta con ottimismo Lauretta lasciando però intravedere una punta di rammarico – ma è uno scrittore universale. Appartiene a tutte le latitudini. E poi visse a Palermo, quindi questa città ha un collegamento importante con Pirandello. Ci auguriamo che gli studenti che verranno sapranno guardarla per come merita”.


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