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La Via: “Nuovo Centrodestra un progetto popolare ed ambizioso”

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Impegnato per oltre metà settimana lontano dalla sua Sicilia, l’europarlamentare del Ppe e capo delegazione del neonato Nuovo Centrodestra proprio al parlamento europeo, Giovanni La Via, si lascia cortesemente intervistare da Blogsicilia per fotografare il momento politico nazionale, regionale ed anche catanese.

On. La Via, l’acronimo Pdl non c’è più. Quali orizzonti per questo Nuovo Centrodestra?

“Il Nuovo Centrodestra è un progetto popolare ed ambizioso, che ha ampi margini di crescita nell´area dei moderati che si ispirano ai valori del Ppe. Sul territorio siamo già molto attivi, e vogliamo crescere, radicandoci con entusiasmo e voglia di fare in ognuno degli 8mila campanili italiani”.

Cosa vi divide dalla ‘nuova’ Forza Italia?

“Sostanzialmente ci ha divisi la volontà di mettere il Paese al primo posto, attraverso il sostegno responsabile del Governo. Purtroppo la ‘nuova’ Forza Italia è un partito estremista, che persegue l’obiettivo di andare nuovamente alle elezioni senza cambiare la legge elettorale e, quindi, con il rischio di trascinare il Paese nell’instabilità, e negando ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti”.

Sta per finire un’era politica se pensiamo al presente di Berlusconi?

“Credo che Berlusconi rappresenti e abbia rappresentato tanto per il centrodestra italiano. Molte delle sue intuizioni sono state decisive per la storia di questo Paese. Certo è che la condanna, seppur ingiusta, ha delle inevitabili conseguenze, che aprono nuovi scenari politici”.

Immagina per l’Italia un futuro ‘bipolare’ sulla scia di quanto avviene in Europa con due ‘blocchi’ importanti come il Ppe ed il Pse?

“L´auspicio è quello. Andare verso due grandi partiti, espressione delle aree moderate di centrodestra e centrosinistra, sul modello europeo, sarebbe la direzione giusta da prendere. Credo però che il nostro Paese abbia bisogno di un po’ di tempo prima di arrivare alla conclusione di  questo processo”.

Alfano e Renzi, se quest’ultimo vincerà le primarie, hanno la caratura per essere i due leader principali dei prossimi 20 anni dello scacchiere politico nazionale?

“Indubbiamente, ma con la differenza che Alfano ha già dimostrato in questi anni, sul campo, di avere le qualità giuste per guidare un grande partito popolare in Italia. Su Renzi, credo abbia un grande potenziale, ma penso si debba aspettare di vederlo all’opera in un ruolo diverso da quello di sindaco. Detto questo, così come ha ben sottolineato lo stesso Alfano, la scelta del nostro leader passerà dalle primarie”.

Da parlamentare europeo può dirci, come da Bruxelles, viene visto il nostro Paese?

“Il nostro è uno dei Paesi fondatori dell’Unione europea e non dobbiamo mai dimenticarlo. E´ chiaro, però, che le vicissitudini politiche che stiamo vivendo destano confusione in Europa.  L´Ue ci chiede stabilità e concretezza nell´attuare le riforme. Stabilità che si può avere soltanto garantendo a questo Esecutivo la possibilità di lavorare per il Paese”.

E la Sicilia?

“La Sicilia continua ad essere tra le regioni del Sud Italia che più ricevono in termini finanziari dall´Europa, per investire per lo sviluppo del territorio ma, purtroppo, continua ad essere anche la regione che meno spende queste risorse. Gli scandali legati alla formazione professionale di certo non ci hanno fatto buona pubblicità a Bruxelles”.

A proposito di Sicilia, come giudica l’operato del governo Crocetta che in una recente intervista al Gds ha ‘aperto’ al dialogo con gli ‘alfaniani’?

“Noi restiamo all´opposizione del governo Crocetta che, da quando si è insediato, credo sia andato avanti più a colpi di spot che di riforme concrete. Detto questo, su alcuni punti programmatici e sui grandi temi di interesse per i cittadini, come lo sviluppo infrastrutturale ed economico della Regione, siamo pronti a dialogare. Perché anche la Sicilia, così come l´Italia, non può permettersi una crisi al buio”.

Catania, invece, si avverte o no una discontinuità a sei mesi dall’elezione di Enzo Bianco?

“Credo sia ancora presto per dare un giudizio, in un senso o nell´altro. I Comuni non vivono una situazione economica facile e Catania non fa eccezione. Vedremo cosa saprà fare Bianco per rilanciare il turismo e l´economia del territorio”.

Ultima domanda. Cosa farà Giovanni La Via da grande?

“La passione per la politica, la vicinanza alla gente e il servizio alle istituzioni sono parte della mia vita e non verranno meno facilmente. Ma non ne faccio un obiettivo essenziale. Qualora i cittadini non dovessero riconfermarmi la loro fiducia, tornerei alla mia professione, e quindi ad insegnare all’Università”.


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