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Precari, Crocetta scrive al premier: “Sicilia discriminata. Ora basta”

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Il giorno dopo la bocciatura del commissario dello Stato sulla proroga dei contratti per i precari degli enti strumentali della Regione siciliana, il giorno dopo le critiche del segretario nazionale della Uil, Luigi Angeletti, che a Palermo ha bocciato la soluzione approntata dal ministro della Funzione pubblica, Gianpiero D’Alia per la stabilizzazione dei 20 mila precari siciliani agganciando le proroghe dei contratti al rispetto del patto di stabilità dei comuni, il presidente della Regione, Rosario Crocetta scrive al presidente del consiglio, Enrico Letta.

E lo fa prendendo spunto da una norma approvata ieri in Senato in favore dei precari della Regione Calabria. L’attacco della lettera è un rimprovero: “I provvedimenti di legge o sono uguali per tutti o sono iniqui. Così si è verificato ieri sui precari al Senato, quando è stato approvato un emendamento sui precari calabresi che io apprezzo perché risolve il dramma di migliaia di famiglie povere del sud. Solo che la Regione Siciliana, di intesa con il Ministero della Funzione Pubblica, aveva concordato un emendamento che era sostanzialmente uguale a quello approvato per la Calabria, senza addirittura alcuni costi aggiuntivi per lo Stato e soprattutto aveva la caratteristica generale, cioè, non prefigurava privilegi per la Regione Siciliana ma si applicava a tutto il Paese”.

Dopo la premessa, Crocetta va alla carica: “Cosa racconterò, Enrico, ai precari siciliani che aspettano da 25 – 30 anni di risolvere il loro sogno, che c’è un governo che ai loro colleghi calabresi dà di più? Che rende immediatamente possibile la stabilizzazione senza costi per la regione Calabria, mentre in Sicilia dovremo fare gli acrobati attraverso una legge regionale che stiamo elaborando, ispirata a una circolare del Ministero della Funzione Pubblica, che potrà far assumere i precari siciliani in numero ridotto rispetto ai calabresi e lo farà a spese della Regione? Questo dopo aver effettuato ulteriori tagli per 350 milioni e dopo un miliardo e mezzo di risparmio già fatto nel 2013″.

Quindi il presidente della Regione siciliana dà corpo alle critiche: “Ci sembra un modo assurdo di trattare una Regione che sta facendo in questo momento sacrifici enormi e portando avanti una politica di rigore sulla spesa pubblica. La Sicilia chiede di essere trattata come le altre regioni d’Italia, non accetta discriminazioni. Da Presidente non ho mai condiviso le proteste di piazza, ritengo che non sia questo il ruolo di un uomo delle istituzioni, ma quando si deve combattere contro le ingiustizie formali e sostanziali, è giusto che ognuno di noi riprenda il ruolo di cittadino per esprimere la propria indignazione”.


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