Mancano poche ora al “Blocchiamotuttoday“. Il corteo studentesco che domani (venerdì 29 novembre) attraverserà le strade di Palermo. L’appuntamento è alle 9 in piazza Verdi, davanti al Teatro Massimo. “Meglio occupanti oggi che disoccupati domani” è la scritta sullo striscione che aprirà il serpentone di studenti. La manifestazione è stata promossa dal coordinamento degli Studenti medi Palermo.
La manifestazione è in continuità con i cortei del 4 ottobre (FOTO) e del 15 novembre (FOTO) che hanno portato a sfilare per le vie di Palermo migliaia di studenti.
I disagi per il traffico in città inizieranno già nelle prime ore del mattino. Infatti gli studenti e le studentesse partiranno in corteo da tutte le scuole occupate e autogestite per raggiungere il concentramento davanti in centro. Tra gli istituti occupati ci sono anche il classico Umberto I, il turistico Marco Polo, lo scientifico Ernesto Basile e tanti altri. LE IMMAGINI
”Dopo aver assediato i palazzi del potere lo scorso 15 novembre abbiamo occupato come promesso le scuole – afferma Max Falcone studente del linguistico
linguistico Ninni Cassarà e portavoce del coordinamento Studenti medi Palermo- domani scenderemo nuovamente in piazza con un corteo di migliaia di studenti, con l’obiettivo d bloccare la città . Chiediamo pertanto agli automobilisti domani di muoversi a piedi o in bicicletta perché altrimenti dovranno stare per lunghe ore incolonnati. Le istanze che gli studenti e le studentesse delle oltre 20 scuole occupate porteranno porteranno in piazza parlano del diritto a un’istruzione pubblica e gratuita, a una mobilità anch’essa gratuita, a una manutenzione straordinaria degli edifici scolastici e del diritto ad aver la possibilità di crearsi un futuro nella propria città senza esser costretti alla migrazione forzata.
“Stanno cercando di toglierci tutto, – continua Max Falcone - presente e futuro. Una scuola gratuita e pubblica e la possibilità di crearci un futuro qui, nella nostra città e nella nostra terra. I dati sulla disoccupazione giovanile e sulla emigrazione dei giovani Siciliani sono paragonabili a quelli degli anni ’50. Così non può andare avanti ormai noi studenti non scendiamo in piazza come gli anni scorsi soltanto per contestare i tagli o il disinvestimento nella scuola pubblica che è’ comunque una tematica importante presente nei nostri cortei , ma sopratutto spinti dall’assenza di prospettive credibili. Non è più soltanto una richiesta di diritto allo studio, ma di diritto ad avere un futuro”.