Scoppia la rivolta in Thailandia: 10 morti e 250 feriti sono stati già registrati. I manifestanti dell’opposizione hanno di nuovo assalito diversi edifici governativi a Bangkok.
E nel frattempo c’è apprensione per i turisti palermitani e siciliani che si trovano nel paese asiatico dove i rivoltosi hanno iniziato ad occupare i ministeri. La tensione si sta diffondendo nel paese e la Farnesina ha rilanciato l’allarme soprattutto per alcune zone del paese.
Ecco l’ultimo avviso pubblicato dal ministero degli esteri. “Dopo un biennio di progressiva normalizzazione il dibattito politico si è intensificato negli ultimi giorni sia a Bangkok (distretti di Dusit, Pom Prab, Phra Nakorn, Rachadamnoen Avenue e Democracy Monument, Silom, Asok, Rama VI) che in altre zone del Paese, con manifestazioni di diverse migliaia di persone che – anche con l’occupazione pacifica di alcuni uffici governativi nella capitale – sperano di costringere il Governo a dimettersi. Tale situazione ha portato il Primo Ministro ad ampliare l’area in cui è in vigore l’Internal Security Act, a garanzia e protezione del normale svolgimento dell’attività pubblica. Rimane sempre valida la raccomandazione di tenersi aggiornati sulla situazione attraverso i mass media locali ed internazionali, il proprio albergatore o l’agente di viaggio. In questo quadro, si ribadisce la necessità di mantenersi lontani da ogni tipo di assembramento.
Rimangono sconsigliati viaggi nelle province di Si Sa Ket (distretto di Kantharalak) ed in prossimità del confine con la Cambogia, dove una disputa di confine tra i due Paesi non si è ancora del tutto risolta e permane una massiccia presenza di militari e Forze di Polizia, che dovranno a breve riposizionarsi sulla base di una recente sentenza della Corte Internazionale di Giustizia. Sono sempre frequenti gli atti terroristici nelle Province meridionali del Paese. A causa del terrorismo separatista, vige dal 2005 lo stato di emergenza nelle Province del sud (ove risiede la maggioranza della popolazione musulmana) di Yala, Narathiwat e Pattani, nonché nei Distretti di Jana, Nathawee, Thepha e Sabayoi (nella Provincia di Songkhla). Si raccomanda di evitare viaggi nelle predette zone, se non motivati da effettiva necessità e, in ogni caso, di informarsi sull’evoluzione della situazione poiché non accenna a fermarsi lo stillicidio di attentati che hanno come obiettivo la comunità buddista residente”.
“Abbiamo dovuto abbandonare i nostri uffici, ci hanno tagliato acqua e luce”, ha detto il ministro dello Sport e del turismo, Somsak Pureesrisak. Sono stati circondati, tra gli altri, il ministero dell’Interno, e quelli degli Esteri e delle Finanze. I manifestanti hanno dato ai funzionari che vi lavorano un’ora di tempo per evacuarli.
Obiettivo dei dimostranti è quello di costringere il premier e ministro della Difesa, prima donna alla guida dell’esecutivo nella storia nazionale, a rassegnare le dimissioni. Suo fratello è il controverso magnate Thaksin Shinawatra, a sua volta primo ministro dal 2001 al 2006, quando fu destituito con un colpo di stato militare. Riparato all’estero, vive attualmente esiliato a Dubai: i suoi detrattori sostengono che continui a governare “per procura” attraverso la sorella, leader del partito “Pheu Thai” che stravinse le elezioni parlamentari del luglio 2011.
Le nuove contestazioni sono dilagate a partire dal mese scorso, e sono state provocate da una proposta di amnistia, peraltro poi revocata, che avrebbe permesso a Thaksin di rientrare in patria senza dover scontare una condanna a due anni di carcere per corruzione, inflittagli nel 2008. Ieri il premier thailandese aveva proclamato lo stato d’emergenza nella capitale e poi assicurato che contro i manifestanti, per lo più appartenenti al Partito democratico all’opposizione, non sarà usata la forza. Tuttavia ha avvertito che l’occupazione di edifici governativi “minaccia la stabilità del Paese” e per questo ha chiesto ai thailandesi di non unirsi alla protesta.