Il nodo è la stabilizzazione dei 20 mila precari siciliani messa fortemente a rischio dalla norma nazionale che li aggancia al rispetto del patto di stabilità dei comuni. Luigi Angeletti a Palermo per partecipare all’attivo regionale della Uil ribadisce la posizione del suo sindacato sul tema: “Abbiamo detto fin da subito che la norma D’Alia sui precari della pubblica amministrazione non ci piaceva”.
Ma il segretario nazionale della Uil parla anche di altro e indirizza a l’esecutivo Letta altre critiche: “Il governo non ha fatto nulla di politica industriale”.
Ma non disegna critiche anche alla Sicilia: “Qui il problema vero sono gli alti costi delle istituzioni della Regione, fino a quando si continueranno a sostenere si produrrà sempre debito e dunque più tasse per i cittadini“.
Parla anche del reddito minimo: “L’introduzioneè una iniziativa positiva ma siamo semplicemente all’accenno. E’ ovvio che in un Paese normale bisogna proteggere le persone più povere, ma non ci si illuda che questo può avvenire con i sussidi: è il lavoro la soluzione”. Infine interviene anche sulla legge di stabilità approvata ieri, con la fiducia, al Senato: “La legge di stabilità approvata in Senato non va bene, provocherà un ulteriore aumento della disoccupazione nel 2014. Ecco perché abbiamo messo in campo iniziative per cambiarla – ha aggiunto – il nostro obiettivo è l’abbassamento delle tasse sul lavoro e sulle pensioni”.
Leggi anche
Precari, nulla di fatto al tavolo di crisi Dichiarato lo stato di agitazione