Una commedia romantica che denuncia e dissacra gli anni della guerra di mafia a Palermo ridicolizzando i boss ed esaltando il grande valore umano degli eroi antimafia. Pierfrancesco Di Liberto, in arte Pif, torna nella sua città in occasione del suo esordio da regista e da interprete de “La mafia uccide solo d’estate”, scritto con Michele Astori e Marco Martani e prodotto Wildside.
Scherza con i giornalisti Pif, si concede ai fotografi, risponde alla domande sulla genesi del film, nelle sale cinematografiche da domani con la naturalezza di chi, ad un certo punto, ha sentito la necessità di raccontare una storia per capire meglio la propria Terra, e nel contempo sfatare falsi miti.
“Quando sono andato a Milano – dice – la gente mi faceva domande ingenue. Ho capito che per loro la mafia era il contadino tracagnotto che viene dal paesotto. Io cercavo di spiegare che la mafia era anche Stefano Bontade, Michele Greco ed altri personaggi che frequentavano la Palermo bene. Ho avvertito il bisogno di documentarmi per capire cose che conoscevo a malapena. Ho iniziato a leggere dei libri, a conoscere meglio la Palermo dove ero nato e cresciuto, una città strana che crea continuamente alibi per ogni cosa”.
E poi, il ricordo delle stragi del ’92. “Avevo 20 anni, quel momento ha cambiato tutto. Crescendo ho pensato che non c’è motivo per continuare a subire. Capisco chi negli anni ’70 vedeva gli omicidi per strada e faceva finta di niente. Anche io avrei avuto paura in uno Stato che non sta dalla parte delle vittime. Oggi le cose sono cambiate. Ed io non sono rassegnato come lo erano i miei genitori.
Tra gli interpreti del film, girato a Palermo in quattro settimane, Cristiana Capotondi, nel ruolo di Flora, prima bimba e poi donna amata da Pif/Arturo, Barbara Tabita che veste i panni di Maria Pia, madre di Arturo, Ninni Bruschetta (Frà Giacinto), Enzo Salomone (Rocco Chinnici).