La Sicilia maglia nera dell’istruzione scolastica e della Formazione Professionale in Italia. E’ l’increscioso ruolo che emerge dal dossier sulla scuola presentato nella Sala Lanza dell’Orto Botanico di Palermo e condotto dalla FLC Cgil, prendendo in esame diversi aspetti del sistema scolastico siciliano, carente soprattutto in tema di dispersione, edilizia e offerta formativa.
“La situazione siciliana risulta al momento di grande rilievo per il settore scuola – ammette Domenico Pantaleo, segretario nazionale della FLC Cgil -. Necessita un’attenzione maggiore da parte delle istituzioni, perché questa regione, così come l’intero Paese non può prescindere da chi in futuro sarà la classe dirigente. Attualmente le prospettive non sono affatto rosee”.
CONSULTA IL DOSSIER SCUOLA DELLA FLC CGIL
I dati parlano chiaro. Dispersione scolastica al 22,5% nell’isola, con punte del 29,5% e del 30,38% a Caltanissetta e Ragusa. A fronte di ciò organici di docenti in forte diminuzione (-12,84% pari a 10.520 unita’ dal 2008 a fronte di una contrazione della popolazione studentesca del 4,73%), altrettanto per il personale Ata (-5017). Ancora problemi strutturali degli edifici, mancanza di una legge regionale sul diritto allo studio e impoverimento dell’offerta formativa.
Il dossier della Flc prende in esame tutti gli ordini di scuola.
La scuola dell’infanzia, lascia fuori oggi ben 15 mila bambini, scarsamente presente dunque, con lunghe liste d’attesa. E prima della scuola dell’infanzia ci sono le sezioni Primavera, destinate ai bambini tra 24 e 36 mesi e cofinanziate col Pac, su cui il 26 novembre sindacati e Regione dovrebbero firmare un’intesa per avviarne 100 per circa 2.000 bambini su una potenziale domanda di 47 mila.
“Siamo a poco più del 4% – dice il segretario di settore della Cgil Giusto Scozzaro – una percentuale dunque inaccettabile che richiede uno sforzo in più di cofinanziamento da parte della Regione”.
Si arriva alla scuola primaria, per vedere che in Sicilia solo il 3% di chi frequenta (7 mila alunni) ha il tempo pieno a fronte di percentuali dal 70% al 95% delle regioni del centro Nord. “La differenza tra chi fa 27 ore a settimana e chi ne fa 40 – ha rilevato Scozzaro – è di 2.145 ore di lezione in meno, in cinque anni, cioè, è come se i siciliani facessero due anni di scuola in meno. Si aggiungono i problemi del sovraffollamento delle classi: se la media regionale di alunni per sezione e’ del 22%, rileva il dossier della Flc, si registrano aree interne spopolate con classi deserte e invece nelle aree metropolitane si arriva fino a 29 alunni per classe. L’analisi della Flc prosegue con la scuola secondaria, sulla quale e’ difficile il recupero di dati relativi all’offerta formativa, e con i percorsi di formazione professionale.
“Sia la scuola secondaria, in particolare i professionali, che la formazione professionale – ha sostenuto Scozzaro - tra il primo e secondo anno perdono una percentuale di alunni del 26,93% nel primo caso del 27,54% nel secondo. Si tratta di circa 3.000 ragazzi che i sistemi educativi non riescono a trattenere e che diventano invisibili andando ad alimentare il bacino dei Neet”.
C’e’ poi l’analisi delle scuole carcerarie, che dovrebbero vedere rafforzata “un’offerta sottodimensionata rispetto alla domanda”, per arrivare ai problemi irrisolti delle scuole provinciali. “In queste condizioni , cioè in un contesto con i più alti indici di povertà e disoccupazione, e le carenze elencate cui si aggiungono la mancanza di servizi specialistici per i disabili, la mancanza di anagrafe degli studenti e dell’edilizia scolastica, senza una politica dell’offerta formativa e dei fondi europei – ha sostenuto il segretario della Flc – la scuola non può essere in condizioni di formare i giovani per competere con i coetanei delle aree forti del paese e dell’Europa”. Ecco perché la Flc chiede un cambio di rotta, al governo nazionale, a cui chiede un progetto coerente per l’istruzione e finanziamenti, al governo regionale cui ricorda che “nell’istruzione è il futuro delle giovani generazioni.
Alla Regione il sindacato chiede in primo luogo di varare la legge sul diritto allo studio, di aprire dunque subito il negoziato sull’argomento su cui la Cgil, assieme alla Rete degli studenti medi ha lanciato nei mesi scorsi una petizione popolare che sara’ a breve consegnata all’assessore regionale all’istruzione. Ma anche di attivare una conferenza di servizio per affrontare il problema della dispersione scolastica, con il coinvolgimento di istituzioni scolastiche ed enti locali.
L’affondo del sindacato di categoria colpisce in pieno petto l’amministrazione regionale, rappresentata al convegno dall’assessore all’Istruzione e Formazione Nelli Scilabra.
“Stiamo occupandoci delle emergenze capillari – risponde l’assessore -. Abbiamo improntato somme concesse al bacino per oltre 30 milioni, con l’obiettivo di indirizzarli in risposta all’edilizia dei plessi, in gravi condizioni al momento”.